San Giovanni Gualberto nacque verso la fine del X secolo da una distinta famiglia fiorentina. Fu inizialmente avviato alla carriera militare, poiché dotato di grandi qualità naturali e destinato a succedere al padre nella gestione dei vasti possedimenti familiari. Tuttavia, l’ambiente militare alimentò in lui l’orgoglio e la prepotenza, soffocando i sentimenti cristiani ricevuti dalla madre.
Da giovane, suo fratello fu ucciso a tradimento da un cugino. Giovanni giurò vendetta e, incontrandolo disarmato il Venerdì Santo del 26 marzo 1003, lo minacciò di morte con la spada sguainata. Il cugino, temendo il peggio, si inginocchiò e gli disse: «In nome di Gesù Crocifisso, perdonami».
Giovanni, colpito da quelle parole, rimase perplesso, poi rispose: «Sì, in nome di Gesù Cristo ti perdono» e rinfoderò la spada. Entrò quindi in una chiesa per pregare, dove il Crocifisso, in premio del suo gesto eroico, gli rivelò che lo voleva religioso.
Giovanni entrò nell’abbazia di San Miniato e, nonostante l’opposizione del padre, ricevette l’abito benedettino, divenendo presto un monaco esemplare. Visitò San Romualdo per ricevere guida spirituale e successivamente si ritirò a Vallombrosa per vivere in preghiera e mortificazione.
La sua fama si diffuse rapidamente e molti uomini si offrirono di seguirlo. Con l’aiuto della contessa Matilde, che gli donò quel territorio, fondò il monastero di Vallombrosa. Eletto abate, formò la comunità secondo una regola rigorosa, da lui stesso vissuta per primo.
San Giovanni non si limitò alla guida dei suoi monaci, ma si impegnò nella riforma della Chiesa, opponendosi energicamente alla simonia. Per questa battaglia subì numerose persecuzioni. In una circostanza, quando eretici armati assalirono uno dei suoi monasteri, egli accorse e guarì miracolosamente i monaci feriti.
Ebbero particolare rilievo la sua umiltà e il rispetto per gli ordini sacri: non volle mai salire all’altare, ritenendosi onorato semplicemente di aprire la chiesa ogni mattina ai fedeli.
Morì assistito da un Angelo nel 1073, lasciando ai suoi discepoli l’esortazione alla perfetta osservanza della regola. Spirò «nel bacio del Signore», circondato dai suoi figli spirituali.
Nel 1951 Papa Pio XII lo proclamò patrono ufficiale del Corpo Forestale dello Stato (oggi Carabinieri Forestali), riconoscendo attraverso il Breve Apostolico del 12 gennaio il valore spirituale e simbolico di chi ha vissuto la preghiera nella foresta e l’impegno ecologico in modo concreto