San Gregorio di Tours
Nome: San Gregorio di Tours
Titolo: Vescovo
Nascita: 538 circa, Clermont-Ferrand, Francia
Morte: 17 novembre 594, Tours, Francia
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Giorgio Florenzio, che prese in seguito il nome di Gregorio, fu il vescovo più famoso di Tours dopo S. Martino (11 nov.); nacque a Clermont-Ferrand nel 539, in una famiglia molto famosa dell'Alvernia. Il suo bisnonno era S. Gregorio di Langres (4 gen.), e suo zio, alle cui cure fu affidato dopo la morte del padre, S. Gallo di Clermont (1 lug.).
Alla morte di Gallo, Gregorio era appena diventato adolescente quando contrasse una malattia grave, durante la quale iniziò seriamente a pensare di dedicare la vita a Dio. Una volta guarito si recò a studiare la Sacra Scrittura sotto la guida di S. Avito I (5 feb.), a quel tempo sacerdote a Clermont, e fu ordinato diacono nel 563; poi, nel 573, fu nominato vescovo, successore di S. Eufronio, per richiesta di Sigeberto I, re d'Austrasia (561-575) e del popolo di Tours.
La Gallia merovingia era piena di disordini e violenza; alla morte di Clodoveo (481-511), nel 511, che si era convertito al cristianesimo nel 496, il regno dei franchi fu diviso fra i suoi quattro figli. Dopo un breve periodo in cui fu nuovamente riunito sotto Clotario 1 (511-561), fu nuovamente diviso tra i suoi quattro figli. Gregorio, come molti altri vescovi del periodo, fu incapace di isolarsi dalla vita politica di quel tempo.
All'inizio del suo incarico, due dei figli di Clotario, Sigeberto I e Chilperico di Neustria (561-584), erano in guerra uno contro l'altro, di conseguenza Tours era una diocesi particolarmente afflitta da molti problemi. Non era facile per un vescovo mantenere la propria integrità in tali circostanze, ma nonostante l'inevitabile violenza e gli intrighi connessi alla vita di corte e il fatto che venisse frequentemente chiamato a intraprendere missioni diplomatiche per conto del re, Gregorio non si compromise mai.
Quando il figlio di Chilperico, Meroveo, irritò suo padre sposando la vedova di suo zio Sigeberto, Brunilde, Gregorio fu l'unico a dare rifugio a Meroveo e a sostenere il vescovo di Rouen, che aveva celebrato il matrimonio, e, sebbene in seguito a questi avvenimenti i rapporti migliorassero in senso generale, Gregorio non ebbe certo la pretesa che re Chilperico diventasse un buon teologo, anche se il re si riteneva tale.
Questo, tuttavia, non è l'aspetto della vita e dell'attività che Gregorio scelse di trattare alla fine della sua grande opera Historia Francorum; desiderò innanzitutto essere ricordato per la sua attività pastorale e per le sue opere.
In veste di vescovo lavorò intensamente per ravvivare la vita della diocesi e durante il suo episcopato vi fu una grande rinascita della fede e delle opere di carità; molti che si erano allontanati dalla fede o erano diventati eretici si riconciliarono con la Chiesa.
Ricostruì e ampliò la cattedrale, distrutta da un incendio, e restaurò molte chiese, inclusa quella di S. Martino; incoraggiò la devozione per Maria, quando ancora nessuno lo faceva, e pare che credesse nella sua Assunzione. Fu ampiamente riverito per l'umiltà, la carità e la generosità verso i suoi nemici, e le sue opere mostrano la sua attenta osservazione dell'umanità.
Gregorio è naturalmente ricordato soprattutto per gli scritti, dai quali si apprende la maggior parte delle notizie che lo riguardano e in cui si hanno dettagli della Gallia del vi secolo: un lavoro straordinario. Quest'uomo fu responsabile di una diocesi enorme e il suo compito primario fu difendere e interpretare la fede e la morale; inoltre visitò monasteri e conventi e fondò scuole, guidò e controllò le proprietà ecclesiali e amministrò le entrate non abbondanti della Chiesa (tutti compiti che sembra aver svolto con lo stesso zelo). Inoltre trovò il tempo di scrivere un certo numero di libri sulla vita e i miracoli dei santi, incluso il De Gloria Martyrum, il De Gloria Confessorum, le Vite di S. Martino e S. Giuliano (28 ago.), un commentario sui salmi e l'ambiziosa storia dei franchi in dieci volumi che, come molle delle sue opere, si pensa sia stata scritta durante il suo episcopato, date le aggiunte e il continuo inserimento di riferimenti incrociati.
Alla sua morte nel 549, Gregorio fu sepolto nella cattedrale di Tours, dove, circa un secolo dopo, S. Audoeno (24 ago.) costruì una tomba per lui, vicino a quella di S. Martino, sulla quale, secondo un biografo primitivo, S. Oddone di Cluny (18 nov.), avvennero alcuni miracoli; sfortunatamente questa tomba fu distrutta dai vichinghi, nel ix secolo e, dopo essere stata restaurata nell'xi secolo, fu di nuovo saccheggiata dagli ugonotti, nel 1562.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Tours in Neustria sempre in Francia, san Gregorio, vescovo, che succedette in questa sede a sant’Eufronio e compose una storia dei Franchi con stile chiaro e semplice.
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