Santa Teresa di Gesù delle Ande

Santa Teresa di Gesù delle Ande
Nome: Santa Teresa di Gesù delle Ande
Titolo: Monaca carmelitana
Nome di battesimo: Juana Fernández del Solar
Nascita: 13 luglio 1900, Santiago, Cile
Morte: 12 aprile 1920, Los Andes, Cile
Ricorrenza: 12 aprile
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
3 aprile 1987, Roma, papa Giovanni Paolo II
Canonizzazione:
21 marzo 1993, Roma, papa Giovanni Paolo II


Giovanna Enriqueta Josefina de los Sagrados Corazones Fernàndez Solar nacque a Santiago, in Cile, il 13 luglio 1900, da Miguel Fernàndez jaraquemada e Lucía Solar Armstrong, coppia devota e facoltosa. Giovanna visse un'infanzia felice e piena, s'interessava di sport e musica ed era portata all'amicizia. Si disse di lei che aveva ereditato il temperamento della madre, vivace ed energico, ma anche impaziente e talvolta caratterizzato da violenti scoppi d'ira; secondo alcuni era piuttosto vanitosa e arrogante ed è interessante che ella, più avanti, abbia definito l'orgoglio il suo difetto più assillante. Giovanna partecipava quotidianamente alla Messa nella cappella di famiglia, mostrando un'intensa devozione, soprattutto verso Gesù e la Vergine. Più tardi scriverà che era solita «dirle tutto e lei parlava con me in maniera chiara e distinta».

Riceveva la comunione ogni giorno e, nel 1914, visse un'esperienza spirituale durante la quale il Signore parve chiederle di accettare il suo dolore (all'epoca soffriva d'appendicite) in memoria della passione per unirsi più strettamente a lui. A quindici anni, col permesso del suo confessore, fece voto di castità e, dopo avere letto la Storia di un'anima di S. Teresa di Lisieux (1 ott.), cominciò a pensare di divenire carmelitana. Scrisse allora nel suo diario: «Sono di Dio. Egli mi ha creato ed è il mio principio e la mia fine.

Se devo diventare totalmente sua, devo compiere il suo volere. Se, in quanto mio Padre, conosce presente, passato e futuro, perché non mi abbandono a lui con totale fiducia? D'ora in avanti mi metto nelle tue mani divine: fa' di me ciò che vuoi». Entrata nei Figli di Maria, aiutò a insegnare il catechismo in parrocchia e fu impegnata in opere di carità, mostrandosi soprattutto interessata ad aiutare i bambini poveri. Fu attratta per un certo periodo dalla vita delle suore del Sacro Cuore, che dirigevano scuole per poveri e lavoravano come missionarie in vari Paesi. Leggendo però le Vite di S. Teresa d'Avila (15 ott.) e della B. Elisabetta della Trinità (8 nov.) si convinse sempre più che sarebbe dovuta divenire carmelitana «per imparare come amare e come soffrire», cosa che fece a diciannove anni entrando nel Carmelo della città di Los Andes.

La casa era molto povera e piuttosto malandata, senza elettricità e servizi igienici, ma Giovanna fu attratta dalla stretta osservanza delle suore, dalla semplicità delle loro vite e dalla loro palese felicità. Prese il nome di Teresa di Gesù come la grande riformatrice Teresa d'Avila, offrendo se stessa, alla maniera carmelitana, per la santificazione dei sacerdoti e il pentimento dei peccatori. In alcuni appunti autobiografici scrisse: «Credo che la santità consista nell'amore. Voglio essere santa, perciò mi donerò all'amore [...]. Chi ama non ha altro desiderio che quello dell'Amato [...].

Voglio offrirmi costantemente come vittima così da diventare come colui che ha sofferto per me e mi ama». I suoi scritti mostrano una persona la cui vita fu centrata sul Vangelo e il cui motto spirituale potrebbe essere riassunto in: amore, sofferenza, preghiera e servizio. Scrisse: «Gesù è la nostra gioia infinita» ed entrando nel Carmelo dichiarò che nella possibilità di dedicarsi totalmente a Dio aveva già trovato il paradiso in terra.

La sua vita interiore si sviluppò ulteriormente, ed ella raggiunse con regolarità le più alte vette della preghiera contemplativa. Cominciò a dedicarsi all'apostolato scrivendo lettere dal contenuto spirituale a molte persone, fino a quando, nella Settimana Santa del 1920, si ammalò di tifo. Morì, dopo alcuni giorni di sofferenza, il 12 aprile, dopo avere professato sul letto di morte i voti perpetui. La sua causa fu aperta nel 1947 e portò alla beatificazione nel 1987, e alla canonizzazione nel 1993. Il suo culto è molto diffuso e la sua tomba è visitata ogni anno da circa 100.000 pellegrini. Talora è chiamata la "piccola santa" americana a imitazione della santa carmelitana che aprì la "piccola via" della santità, S. Teresa di Lisieux.

MARTIROLOGIO ROMANO. Nella città di Los Andes in Cile, santa Teresa di Gesù (Giovanna) Fernández Solar, vergine, che, fattasi novizia nell’Ordine delle Carmelitane Scalze, consacrò, come ella stessa diceva, la propria vita a Dio per il mondo peccatore e morì all’età di venti anni colpita dal tifo.

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