Canonizzazione: 1549, Russia, Chiesa Ortodossa Russa
Stefano nacque tra il 1340 e il 1345 nella cittadina di Velikiy Ustyug, nella zona dei monti Urali a nord est di Mosca in un'area abitata dalla popolazione zyryarii (o permyak), in gran parte ancora pagani. La sua famiglia era cristiana, di origine russa, suo padre era corista nella chiesa locale.
Stefano divenne monaco nel monastero di S. Gregorio Nazianzeno a Rostov, dove era stato istruito. Si distingueva tra i monaci russi del tempo poiché conosceva bene il greco ed era esperto di teologia bizantina; si accinse anche a imparare la lingua degli zyryani in preparazione all'oper i missionaria che avrebbe voluto svolgere tra loro, secondo un progetto giovanile.
La lingua era solo parlata e Stefano dovette creare un alfabeto apposito in modo che le Scritture e i libri liturgici potessero essere tradotti e resi accessibili alla popolazione; egli non voleva che la conversione al cristianesimo portasse all'imposizione della cultura russa. Intraprese l'opera missionaria vera e propria intorno al 1379 ed ebbe un successo considerevole, attraendo persone soprattutto grazie alla bellezza e a, mistero della liturgia.
Come abile pittore di icone decorò di persona alcune chiese. Nel 1383 fu nominato primo vescovo di Perm, intraprese il lavoro di fondazione di chiese e scuole e cominciò a formare persone del clero indigene che continuassero l'opera di conversione. Come vescovo non fu solo il capo spirituale del popolo: organizzo la distribuzione del cibo in tempi di carestia, protesse la sua gente dalla tassazione ingiusta imposta da ufficiali di Mosca e Novgorod e, in un'occasione, li guidò in battaglia contro una tribù nemica. Si era recato numerose volte a Mosca e là morì il 26 aprile 1396.
Fu canonizzato dalla Chiesa russa nel 1549 e da essa è considerato il missionario più insigne. È venerato anche dalle Chiese ortodossa e cattolica, e questa riconosce la canonizzazione a opera della Chiesa ortodossa russa.
Sfortunatamente il lavoro da lui compiuto sulla lingua zyryan non ebbe successo e il suo alfabeto sopravvisse solo in poche iscrizioni, e lo stesso tentativo di evitare l'omologazione alla cultura russa, tramite lo sviluppo di una liturgia e una cultura locali, fallì.
MARTIROLOGIO ROMANO. Nel monastero della Trasfigurazione a Mosca in Russia, deposizione di santo Stefano, vescovo di Perm, che per evangelizzare gli indigeni Zyrjani ideò per loro un alfabeto, celebrò la liturgia nella loro lingua nativa, abbattè gli idoli, costruì chiese e soprattutto confermò le verità di fede.
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