San Luigi Maria Grignion da Montfort

San Luigi Maria Grignion da Montfort
Nome: San Luigi Maria Grignion da Montfort
Titolo: Sacerdote
Nome di battesimo: Louis-Marie Grignion
Nascita: 1673, Montfort, Francia
Morte: 28 aprile 1716, St. Laurent-sur-Sèvre, Francia
Ricorrenza: 28 aprile
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
22 gennaio 1888, Roma, papa Leone XIII
Canonizzazione:
20 luglio 1947, Roma, papa Pio XII


Luigi Maria Grignion nacque nel 1673 nella cittadina di Montfort in Bretagna; in seguito aggiungerà il nome della città natale al proprio cognome. Era il maggiore degli otto figli di Giovanni Battista, avvocato di mezzi modesti e piuttosto autoritario. Luigi Maria fu inviato al collegio dei gesuiti di Rennes per l'istruzione secondaria dove cominciò a manifestare due tratti che lo caratterizzeranno per il resto della vita: la difficoltà a relazionarsi con i compagni e la preferenza per la preghiera solitaria, soprattutto rivolta alla Madonna. Riconoscendosi chiamato al sacerdozio, si trasferì a Parigi nel 1692. Egli però non aveva denaro a sufficienza per vivere nel seminario di Saint-Sulpice e andò ad alloggiare in vari ostelli per studenti poveri; in essi le condizioni erano talmente spartane da farlo cadere gravemente ammalato ed ebbe bisogno di cure ospedaliere per rimanere in vita. Una volta guarito riuscì a entrare in seminario e a seguire gli studi con maggior successo; in effetti non si dimostrò mai particolarmente interessato alla teologia e avrebbe preferito impiegare il tempo aiutando i poveri e insegnando catechismo ai loro figli, secondo il tipo di apostolato da lui iniziato a Rennes. I superiori ne ammiravano il fervore e la devozione ma erano preoccupati dal carattere difficile. Fu ordinato sacerdote nel 1700.

I sei anni successivi furono privi di soddisfazione per Luigi Maria. Operò a Nantes, Poitiers e Parigi sollevando opposizione ovunque andasse, in parte a causa del suo temperamento e di quello che un biografo moderno ha definito «comportamento tanto strano da essere irritante» (Papàsogli), in parte per l'insistenza a portare avanti il suo apostolato verso i più poveri, in ospedale e nelle missioni al po7olo, e l'irritazione dei preti con cui collaborava. Egli stesso era insicuro riguardo al suo apostolato e scrisse: «Mi trovo dilaniato tra due desideri [...]. Da un lato provo un'attrazione segreta per la solitudine e la vita ritirata, per combattere e distruggere completamente la mia natura corrotta che ama essere ammirata. Dall'altra sento un grande desiderio di promuovere l'amore per il :;ignore e la sua santa Madre: andare a insegnare il catechismo ai poveri nelle aree rurali in maniera semplice e povera o stimolare nei peccatori la devozione alla Beata Vergine Maria». In una lettera scritta nell'anno della sua ordinazione, esprimeva già il desiderio di fondare una congregazione: «Vedendo le necessità della Chiesa, non riesco a evitare di pregare continuamente e in lacrime perché sorga una piccola e povera congregazione di bravi sacerdoti che operino sotto la protezione della Beatissima Vergine».

Nell'ospedale per mendicanti di Poitiers condivideva la vita degli ospiti e tentò di organizzare in congregazione di consacrate le donne che collaboravano; al loro rifiuto, scelse una ventina di pazienti, tutte colpite da un qualche handicap fisico, e diede vita a un abbozzo di istituto religioso con tanto di regola, sotto la guida di una superiora non vedente. Sulla porta della stanza dedicata agli incontri della comunità scrisse la parola "Sapienza". Questa strana formazione di un gruppo di persone povere e disprezzate può essere considerata l'inizio dell'assunzione, come principio guida di vita, della fedeltà evangelica alla sapienza della croce rispetto alla sapienza del mondo. Essa segnò anche la rottura di Luigi Maria con la spiritualità tradizionale e l'adozione di uno stile da profeta: mise in opera atti e gesti pubblici esagerati, capaci di esprimere in modi sintetici e concreti la sua posizione.

Poiché il suo interferire nell'organizzazione dell'ospedale aveva causato notevole opposizione e anche il vescovo era giunto a ordinargli di sospendere le missioni parrocchiali al popolo perché i sacerdoti erano contrari ai suoi metodi di evangelizzazione, Luigi Maria decise di tornare a Parigi. Si sentiva un fallito: «Rovino sempre tutto ciò in cui rimango coinvolto» scrisse, non avendo ancora trovato la sua strada. Luigi Maria aveva bisogno di coltivare un campo più grande di un semplice ospedale per i poveri, ma questo fu tutto ciò che Parigi gli offrì. Quando dovette abbandonare anche quello, visse per un po' di tempo in un sottoscala, dedicandosi alla preghiera e alla meditazione. Fu per lui un periodo di grande incertezza e sofferenza ma la sua vita spirituale crebbe e si fece più chiara la comprensione delle richieste della «sapienza della croce»: «Quale ricchezza, quale gloria, quali piaceri guadagnerei se tutte queste cose [i suoi fallimenti] mi ottenessero quella sapienza divina che desidero giorno e notte». Probabilmente fu in questo periodo che scrisse L'Amore dell'eterna Sapienza, opera chiave per la comprensione della sua spiritualità, in cui poneva in un contesto preciso la devozione alla Vergine Maria e alla croce e definiva la sapienza come sua principale fonte: «Poiché non vi è nulla di più attivo della sapienza [...] essa non permetterà che coloro che ella ama scivolino nella tiepidezza e nella negligenza. Essa li infiamma; li ispira a intraprendere grandi imprese per la gloria di Dio e la salvezza delle anime».

Dopo un altro breve e sfortunato periodo a Poitiers partì per Roma nel 1706 sperando di ottenere il permesso dal papa di lavorare nelle missioni estere, soprattutto in Canada; fu senza dubbio un modo per fuggire dalle difficoltà che aveva incontrato in tutti i suoi tentativi di operare come sacerdote in Francia. Papa Clemente XI rimase impressionato dal suo zelo e dalla sincerità ma lo rimandò a lavorare in Francia «sempre in sottomissione perfetta ai vescovi»; gli diede il titolo di "missionario apostolico", un incentivo per la sua sicurezza e un mandato, come parve a Luigi Maria, per l'opera di predicazione di missioni parrocchiali e di servizio ai poveri. Al ritorno si stabilì in Bretagna, una zona in cui le missioni parrocchiali, basate su un catechismo essenziale e il rinnovamento spirituale, erano già ben sviluppate. Lavorò con successo partecipando a un gruppo missionario, già di per sé un ottimo risultato per lui, e facendosi conoscere per la capacità di infiammare le folle e per il suo essere «vigoroso nelle parole e negli atti». Aveva però ancora la tendenza ad alienarsi gli altri e prese lentamente le distanze dai missionari del gruppo per lavorare con un solo compagno, Mathurin. In complesso fu ben ricevuto dai parroci, sebbene in alcuni luoghi non gli fosse stato permesso di predicare ora per le tendenze gallicane e antiromane del sacerdote locale e ora per la stranezza dei suoi metodi, che pure non gli erano esclusivi. Proponeva forti esperienze emotive, come il bruciare libri irreligiosi su grandi falò sovrastati dall'immagine del diavolo vestito da dama di società o la recita di scene della morte di un peccatore la cui anima morente era contesa dal diavolo; sollecitava la recita del rosario; scriveva inni popolari, di cui alcuni sono ancora in uso; e persuadeva la gente a dare denaro e aiuto concreto per restaurare chiese e santuari in rovina. Predicò varie volte a La Rochelle, riuscendo a convertire molti calvinisti. Il suo interesse per i poveri lo portò ad aprire o riparare numerose scuole per ragazzi poveri di città, sostenuto dal vescovo locale, impiegando come insegnanti i "fratelli" che lo avevano aiutato nelle opere catechistiche durante le missioni. Da ciò nacque l'ordine didattico dei Fratelli dell'Istruzione Cristiana di S. Gabriele, per i quali scrisse una bozza di regola e che furono inizialmente noti come Fratelli dell'Istruzione Cristiana dello Spirito Santo.

Come detto, aveva cercato già da alcuni anni di fondare una compagnia di sacerdoti votati alle missioni, ma incontrava ancora difficoltà nel trovare persone che collaborassero con lui. Nel 1713 aveva scritto la Regola dei sacerdoti Missionari della Compagnia di Maria, ma quando morì aveva raccolto con sé in forma stabile solo due preti e alcuni fratelli laici. Fu in un certo modo più fortunato con il ramo femminile: nel 1715 due membri della congregazione di Poitiers, tra cui l'influente Maria Luisa Trichet, si erano unite a lui a La Rochelle assieme a un piccolo gruppo di donne del luogo ed egli aveva scritto per loro la prima Regola delle Figlie della Sapienza, inizio di una congregazione dedicata all'aiuto dei poveri, e in particolare alla creazione di scuole, come aveva fatto il fondatore. Per tutta la vita furono evidenti la sua dedizione ai poveri e il suo personale spirito di povertà in tutto ciò che faceva; ciò spiega in cosa si distinguesse dal clero francese dell epoca: nell'interpretazione radicale del messaggio evangelico. Amava molto la Chiesa e ne comprendeva la necessità costante di riforma; il suo rinnovamento fu per lui una missione duratura e un continuo stimolo per formare dei continuatori che proseguissero la sua ispirazione. Alla sua morte, avvenuta il 28 aprile 1716, nessuna delle congregazioni era però consolidata e altri ebbero il compito di aiutarle a divenire istituzioni di fama mondiale.

Oltre a numerosi inni, alcune lettere e le Regole, Luigi Maria scrisse alcuni libri e trattati spirituali, in gran parte nati come scritti privati. Il primo di questi fu L'Amore dell'eterna Sapienza, scritto, a quanto risulta, per uso personale, Nel 1714 inviò invece La lettera circolare agli Amici della Croce ai membri della congregazione così chiamata; Il segreto di Maria era destinato a una suora di Nantes. Il mirabile segreto del SS. Rosario offre il ritratto migliore della sua predicazione popolare, nonostante gran parte dell'opera sia stata tratta da altri autori. L'opera più famosa è il Trattato della devozione alla Santa Vergine (o 'Trattato sulla vera devozione alla Beata Vergine, titolo aggiunto nel XIX secolo), nella cui prima parte tratta della necessità dottrinale della devozione alla Madonna e sollecita il lettore a fare un patto con lei, divenendone servo (talora si indica il sottotitolo Lo schiavo di Maria) e mettendosi completamente a sua disposizione. L'opera, per il linguaggio e le idee di base, al lettore moderno risulta eccessivamente sentimentale, ma esercitò una grande influenza lungo tutto il xix secolo e la prima parte del xx; fu, ad esempio, imitata dal fondatore della Legio Mariae, il cui Manuale incoraggia tutti i membri a seguirne le pratiche per divenire veri missionari laici. La canonizzazione di Luigi Maria, avvenuta nel 1947, fece crescere l'interesse per il suo libro e diffonderne ulteriormente le dottrine. Come per gli altri scritti, Luigi Maria utilizzò ampiamente lavori di altri per la compilazione della Vera Devozione, la quale riflette la visione dell'umanità e del mondo piuttosto pessimistica che era diffusa nella letteratura francese del xvii secolo. Gli esseri umani corrotti e peccatori devono temere Dio onnipotente e l'accento posto sulla trascendenza di Dio aiuta a spiegare la posizione della Vergine nel pensiero di Luigi Maria: è umana e raggiungibile da noi ma, allo stesso tempo, è anche senza peccato e gradita a Dio. Essendo senza peccato, Dio le ha dato in dono «gli stessi diritti e privilegi posseduti per natura (la Cristo». Sebbene questa sia l'opera più conosciuta, non è la più importante per la comprensione della sua spiritualità e va integrata con gli altri scritti.

La gamma di interventi degli odierni missionari di Montfort (Compagnia di Maria) è ampia: operano in trenta Paesi come missionari, aiutando la crescita delle giovani chiese oppure continuando l'opera del fondatore con missioni parrocchiali e ritiri, gestendo parrocchie in aree difficili e organizzando centri pastorali. La congregazione ha poi come priorità, in tutte le sue opere, «l'evangelizzazione secondo lo stile di Montfort»; anche le Figlie della Sapienza Divina sono oggi attive in tutto il mondo.

MARTIROLOGIO ROMANO. San Luigi Maria Grignion de Montfort, sacerdote, che percorse le terre della Francia occidentale proclamando il mistero della Sapienza Eterna; fondò Congregazioni, predicò e scrisse sulla croce di Cristo e sulla vera devozione a Maria Vergine e ricondusse molti a una vita di penitenza; nel villaggio di Saint-Laurent-sur-Sèvre in Francia pose, infine, termine al suo pellegrinaggio terreno.

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