Secondo la tradizione greca Claudio, Asterio e Neone erano tre fratelli che vennero crocifissi in Isauria, mentre la tradizione latina dice in Cilicia.
Si narra che la loro matrigna li tradì ad Aegea durante la persecuzione di Diocleziano, rivelando che erano cristiani. Essi rifiutarono di offrire sacrifici agli idoli, vennero torturati ma dissero che il fuoco e gli altri tormenti erano grandi benefici, perché potevano soffrire per la gloria di Dio ed erano felici di morire per Gesù Cristo. Vennero crocifissi fuori dalla città cosicché gli uccelli potessero cibarsi dei loro corpi e nessun cristiano potesse prendere delle reliquie; per la stessa ragione uno dei corpi venne gettato in mare. Questa parte del racconto sembra vera, perché proprio nel periodo in cui la storia originale venne composta, l'imperatore Giuliano stava conducendo una campagna contro il culto dei martiri e «coloro che si allontanavano dagli dei per rendere culto ai corpi e alle reliquie». Il suo amico, il sofista Eunapio (345-420 ca.) disse: «I nuovi dei del popolo romano sono teste staccate e ossa.»
MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Aya in Cilicia, nel territorio dell’odierna Turchia, santi fratelli martiri Claudio, Asterio e Neone, che, accusati dalla matrigna per la loro fede cristiana, si dice siano stati decapitati sotto l’imperatore Diocleziano e il governatore Lisia.
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