S. Erasmo, vescovo e già solitario del Libano, esercitò il suo apostolato nelle vicinanze di Roma, nella Campania e nelle Puglie. La sua vita si può dire un continuo martirio e un continuo miracolo.
Preso per ordine di Diocleziano, fu battuto e immerso in una caldaia di olio bollente dalla quale uscì illeso; allora gli stessi pagani si commossero e credettero in Gesù Cristo.
Altri tormenti gli furono inflitti in seguito: ma non venne mai meno. Lo Spirito del Signore, di cui era ripieno, lo sosteneva.
Morì il 2 giugno a Formia città del Lazio, condottovi da un Angelo che lo aveva liberato dalle catene. Fu martirizzato tramite eviscerazione, gli furono strappati gli intestini, le sue visceri furono legate ad un argano.
MARTIROLOGIO ROMANO. Formia nell’odierno Lazio, sant’Erasmo, vescovo e martire.
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