Le notizie sul conto del Vescovo Tiziano sono scarse, ma non occorre troppa fantasia per immaginare quali siano state le virtù che resero particolarmente degno del suo titolo di Santo confessore, questo pastore di anime i cui lineamenti storici sono quasi scomparsi sotto la coltre dei secoli. Tiziano fu Vescovo saggio nell'insegnamento della dottrina; generoso nell'esercizio della carità verso i poveri e i bisognosi; zelante nel compiere i doveri del suo stato; umile nel portamento personale; esemplare nella sua condotta agli occhi del popolo e del clero; assiduo nella preghiera; energico nella sua azione di reggitore della Chiesa bresciana.
E fu anch'egli, come tutti i pastori delle comunità cristiane del tempo, attivo costruttore e restauratore di chiese, in città e nelle campagne. Tutte queste qualità non furono, evidentemente, caratteristiche esclusive di San Tiziano. Sono anzi le virtù di tutti i Vescovi, e soprattutto di quelli il cui nome è restato tra i Santi del Calendario. La santità è sempre una, e le virtù che la compongono sempre le stesse, fin quasi alla monotonia. Ma sempre diverse sono le sfaccettature della personalità dell'uomo, o della donna, che le incarna; i caratteri di una certa società; gli ideali, o i problemi, di un certo tempo.
Quando la personalità del Santo è quasi ignota, il tempo lontano, i tratti della società incerti, non resta che ripetere, fin quasi alla monotonia, l'elenco delle virtù sempre le stesse che costituiscono la santità, e che non possono mai mancare, anche se mancano le notizie. Tale fu il caso di San Tiziano, Vescovo di Brescia, e la cui santità fu confermata dai miracoli, da vivo come da morto. Ma anche questi sono caratteri comuni a tutti i Santi, e non certo esclusivi del Vescovo Tiziano, che morì a Brescia verso il 526 e venne sepolto nella cattedrale, dove ancora si trovano le sue reliquie.
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