Questo Prospero (che non deve essere confuso con il contemporaneo Prospero di Reggio Emilia) è famoso per i suoi scritti, benché poco si conosca della sua vita; certamente non era vescovo né prete, ma teologo e storico cristiano. Probabilmente era sposato, anche se l'attribuzione a lui del Poema coniugis ad uxorem (Poema di un marito alla moglie, espressivo della fede in Dio, dovunque la vita li conduca), sia messa in dubbio e gli studiosi preferiscano attribuire quest'opera a Paolino di Nola (23 giu.). Prospero era famoso nella metà del v secolo e amico di Ilario, prete diocesano, che gli suggerì di scrivere a S. Agostino d'Ippona (28 ago.). Sollecitato da questa corrispondenza Agostino scrisse il De praedestinatione sanctorum e il De dono perseverantiae, dove si accentuava il principio di una salvezza per pura grazia. Nel suo De vocatione gentium Prospero affermava che la grazia è sì un dono gratuito ma che Dio offre a ognuno uguali possibilità e dà i mezzi; gli esclusi lo sono per demerito proprio: questo non risolve il problema della predestinazione e del libero arbitrio, ma aiuta ad ammorbidire la posizione agostiniana. L'Aquitano fu coinvolto nella controversia semipelagiana sulla dottrina del peccato originale e si oppose alle teorie dell'abate egiziano Giovanni Cassiano (23 lug.) c forse anche a quelle di Vincenzo di Lérins (24 mag.). Prospero si recò a Roma con Ilario, ritornando poi con una lettera di papa Celestino I (6 apr.) ai vescovi di Gallia, in cui si opponeva duramente a Pelagio; il papa lodava lo zelo dei latori della lettera e faceva un appello a porre fine alle dispute teologiche, che continuavano. Prospero fece poi ritorno a Roma dove venne nominato segretario del papa Leone Magno (10 nov.), e ivi morì.
Le opere di Prospero d'Aquitania, sia in versi che in prosa, vertono soprattutto sulla disputa della grazia e del libero arbitrio; il suo poema più lungo è il De ingratis, che consta di milledodici esametri, ed è un trattato di dogmatica, «un canto su coloro a cui manca la grazia o gli ingrati». La sua opera più conosciuta è Epitoma Chronicae, una storia dalle origini del mondo al 455, anno del sacco di Roma da parte dei vandali. La sua festa è celebrata a Tarbes con il titolo di "dottore d'Aquitania", e fonti francesi lo citano con íl titolo di dottore della Chiesa, benché il titolo non gli sia mai stato conferito ufficialmente.
MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione di san Prospero d’Aquitania, che, versato nella filosofia e nelle lettere, condusse con la moglie una vita virtuosa e temperante e, fattosi monaco a Marsiglia, difese strenuamente contro i pelagiani la dottrina di sant’Agostino sulla grazia di Dio e sul dono della perseveranza, svolgendo anche a Roma la mansione di cancelliere del papa san Leone Magno.
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