Dopo anni di oblio, nell'Ottocento le terre africane furono percorse da esploratori, mercanti e agenti commerciali delle potenze europee. Con loro viaggiavano spesso dei missionari desiderosi di portare l'annuncio di Cristo alle popolazioni indigene.
Daniele Comboni nacque a Limone sul Garda il 15 marzo 1831, in una famiglia di contadini poveri ma unita, profondamente religiosa e legata ai valori umani. Quarto di otto figli, perse quasi tutti i fratelli in tenera età.
A causa delle difficoltà economiche della famiglia, lasciò il paese per studiare a Verona, presso l'Istituto di don Nicola Mazza. Qui completò gli studi di filosofia e teologia e scoprì la sua vocazione al sacerdozio. Durante questo periodo, si aprì alla missione in Africa Centrale, ispirato dalle testimonianze dei missionari mazziani tornati dal continente africano.
San Daniele, che fin da giovane scelse di diventare missionario in Africa, fu a sua volta un viaggiatore instancabile nel continente nero. Ordinato sacerdote nel 1854, tre anni dopo sbarcò in Africa per la prima volta.
Il primo viaggio missionario finì presto con un fallimento: l'inesperienza, il clima avverso e l'ostilità dei mercanti di schiavi lo costrinsero a tornare a Roma. Mentre alcuni suoi compagni si lasciarono vincere dallo scoramento, egli progettò un piano globale di evangelizzazione dell'Africa.
Mise poi in atto un’incisiva opera di sensibilizzazione a Roma e in Europa e fondò diversi istituti maschili e femminili, oggi conosciuti come comboniani.
Di nuovo in Africa nel 1868, Daniele poté finalmente dare avvio al suo piano. Con i sacerdoti e le suore che l'avevano seguito, lottò contro la tratta degli schiavi, si dedicò all'educazione della popolazione locale e si impegnò perché la fede cristiana mettesse radici profonde nella cultura africana.
Spirito aperto e intraprendente, scrisse numerose opere di animazione missionaria e fondò la rivista Nigrizia, ancora attiva oggi. Negli anni 1877-78 visse insieme con i suoi missionari e missionarie la tragedia di una siccità e carestia senza precedenti. Fu l’anticipazione della morte, sopraggiunta nel 1881.
Nel 2003, nel giorno della canonizzazione, Giovanni Paolo II lo definì un «insigne evangelizzatore e protettore del continente nero». Se il cristianesimo in Africa ha oggi un futuro di speranza, lo si deve in parte alla sua opera.
MARTIROLOGIO ROMANO. Nella città di Khar m in Sudan, san Daniele Comboni, vescovo, che fondò l'Istituto per le Missioni Africane e, nominato vescovo in Africa, si prodigò senza mai lesinare energie nel predicare il Vangelo in quelle regioni e nel prendersi in tutti i modi cura della dignità degli esseri umani.