San Cristoforo Magallanes Jara

San Cristoforo Magallanes Jara
Nome: San Cristoforo Magallanes Jara
Titolo: Martire Messicano
Nome di battesimo: Cristóbal Magallanes Jara
Nascita: 30 luglio 1869, Totatiche, Messico
Morte: 25 maggio 1927, Catatlán, Messico
Ricorrenza: 25 maggio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
22 novembre 1992, Roma, papa Giovanni Paolo II
Canonizzazione:
21 maggio 2000, Roma, papa Giovanni Paolo II


I ventidue preti e i tre laici qui commemorati furono uccisi in Messico, diversi dei quali nel periodo di accesa persecuzione associata all'insurrezione «Cristero», fra il 1926 e il 1929.

Il trionfo della rivoluzione messicana nel 1920 produsse leggi e sentimenti anticlericali. La gerarchia aveva profittato della dittatura di Porfirio Diaz (1876-1910) per consolidare le proprie posizioni dopo decenni di periodiche sofferenze sotto i governi liberali. Una nuova costituzione, approvata nel 1917, limitò drasticamente i diritti civili e politici del clero e la legittimità dei beni posseduti dalla Chiesa. Gli articoli più significativi divennero legge nel 1926 con il presidente Plutarco Elías Galles, provocando forti reazioni da parte della gerarchia, che dichiarò la sospensione di ogni forma di culto pubblico.

La decisione non colpì la classe ricca, che considerava i preti quali cappellani domestici e poteva ricevere i sacramenti a richiesta. Al clero delle campagne i vescovi ordinarono di nascondersi nelle città, mentre i contadini sorsero in armi al grido di «Viva Cristo Re e viva la Vergine di Guadalupe» che fornì il nome del movimento. La Chiesa ufficiale non appoggiò la ribellione armata, ma attorno ad essa si formò un vasto gruppo, la "Lega per la difesa della libertà religiosa", che coinvolgeva la Chiesa a quasi tutti i livelli.

Nel 1923 la rivolta Cristero ebbe una tregua, con l'accordo che la "Legge di Galles", pur restando in vigore, non avrebbe avuto rigida applicazione. Ma per un altro decennio il conflitto continuò a covare sotto la cenere nei sette stati della repubblica. I pochi preti che vollero restare nella campagna per amministrare i sacramenti erano in varia misura coinvolti con i Cristero. Tutti rischiavano la vita se scoperti, e infatti circa novanta caddero. Vennero considerati martiri solo se personalmente impegnati in azioni non violente.

L'unico a morire nel 1915 fu David Galvàn Berm6dez. Nato nel 1881, dopo alcuni anni di seminario, aveva condotto vita dissipata. Poi era rientrato e, compiuto un anno di noviziato, era stato ordinato nel 1909. Insegnava nel seminario diocesano quando, durante la sommossa di Carranza, fu arrestato come prete e poi rilasciato. Il 30 gennaio 1915, in un conflitto a fuoco fra i sostenitori di Carranza e quelli di Pancho Villa, mentre soccorreva i feriti nella strada, fu arrestato da un gruppo di soldati, portato via e ucciso.

Le prime vittime della rivolta Cristero furono p. Luis Batiz Sainz e i laici David Roldàn Lara, Salvador Lara Puente e Manuel Morales. Vennero arrestati per aver fomentato la ribellione attraverso la Lega nazionale per la difesa della libertà religiosa.

Luis Batiz, nato nel 1870 e ordinato nel 1894, era direttore spirituale nel seminario (li Durango, e parroco a Chachihuites, dove aveva fondato un laboratorio e una scuola e catechizzato adulti e bambini. In una assemblea della Lega precisò che la chiusura al culto pubblico era stata decisa dalla Chiesa e non da un decreto governativo e che come tale andava rispettata.

Dopo di che, lasciato il presbiterio, si rifugiò in un'abitazione privata. Il 14 agosto 1926 fu scoperto da un plotone di soldati. Le autorità lo fecero tradurre a Zacatecas, ma durante il percorso i militari l'obbligarono a scendere dall'auto e gli spararono.

I tre laici erano membri dell'ACJM (Azione cattolica della Gioventù Messicana), movimento che faceva parte della Lega, il cui cappellano era p. Luis. Manuel Morales, nato nel 1898. Entrato in seminario a Durando, era dovuto uscire per mantenere la famiglia. Si era, quindi, sposato e aveva avuto tre figli. Era membro della Lega nazionale. Tentò di opporsi all'arresto di p. Luis, ma fu con lui imprigionato e ne condivise la fine, sebbene il sacerdote avesse supplicato di risparmiarlo per la sua famiglia.

Anche David Roldb, nato nel 1907, aveva dovuto lasciare il seminario per occuparsi dei suoi. Il padre era morto quando lui aveva un anno. Cristiano impegnato, fu eletto presidente dell'ACJM nel 1925 e, poco dopo, vicepresidente della Lega. Insieme con Salvador Lara era nella seconda delle auto destinate a Zacatecas: furono uccisi come i primi due, nello stesso luogo.

Salvador era nato nel 1905. L'indigenza dei suoi non gli aveva permesso di continuare il seminario. Era segretario della Lega e presidente locale di Azione cattolica. Si adoperò per la liberazione di p. Luis, ma ne condivise la sorte. Sebbene lui e David avessero esplicitamente negato il loro coinvolgimento nelle violenze, morirono al grido dei Cristero: «Viva Cristo Re e viva la Vergine di Guadalupe».

Altri otto subirono il martirio fra il gennaio e il maggio 1927. Jenaro Skichez, nato nel 1886, era stato ordinato nel 1911. Aveva servito in varie parrocchie, considerato sacerdote devoto e predicatore ottimo. Arrestato in campagna mentre passeggiava con alcuni parrocchiani, fu impiccato a un albero, il 18 gennaio, a Tecolotn. Era stato così selvaggiamente percosso e baionettato che fu difficile riconoscere il corpo.

Mateo Correa, nato nel 1866, aveva servito in diverse parrocchie, fra cui Concepción del Oro, dove aveva stretto amicizia con la famiglia del B. Miguel Pro (23 nov.) al quale aveva amministrato la prima comunione.

Nel 1926, parroco a Valparaiso, fu arrestato per ordine del generale Ortiz insieme con parecchi membri dell'ACJM, poi rilasciato con grande ira del generale.

Di nuovo arrestato all'inizio del 1927, fu condotto alla caserma di Durango, dove Ortiz gli ordinò di confessare diversi prigionieri per poi riferire a lui quanto avevano detto. Fu fucilato il 6 febbraio per aver rifiutato di violare il segreto confessionale.

Julio Alvarez Mendoza, nato anch'egli nel 1866, era stato ordinato nel 1894. Rifiutò di nascondersi e fu arrestato mentre si apprestava a celebrare la Messa in un ranch. Legato alla sella di un cavallo, attraverso molte città fu condotto a Léon, dove fu condannato a morte. La sentenza fu eseguita il 30 marzo e il corpo gettato in una discarica, dove ora sorge un cippo in sua memoria.

David Uribe Velasco, nato nel 1888 e ordinato nel 1913, lavorò con il vescovo di Tabsco. Costretto diverse volte a nascondersi, era infine ritornato fra la sua gente quando fu arrestato. Fu ucciso con un colpo alla nuca in Cuernavaca il 12 aprile.

Sabàs Reyes Salazar, nato nel 1879, studiò al seminario di Guadalajara. Ordinato nel 1911, era parroco di Totolàn in Jalisco al tempo della persecuzione. Stava rientrando dall'aver amministrato un battesimo, quando le truppe attaccarono il villaggio. Per diversi giorni rimase nascosto in una casa, ma i soldati lo trovarono in seguito a una spiata; lo torturarono e infine lo uccisero, il 13 aprile. Romàn Adame Rosales nacque nel 1859. Anch'egli studiò a Guadaljara, dove fu ordinato nel 1890. Parroco di profonda devozione mariana, fondò l'associazione delle Figlie di Maria. Costretto a nascondersi, continuò il proprio ministero in case private e ranch, in uno dei quali venne denunciato. Condotto alla locale caserma, fu fucilato il 12 aprile. Un militare del plotone d'esecuzione rifiutò di sparare e venne fucilato dopo p. Romàn.

Padre Cristoforo (Cristóbal) Magallanes, che (là il nome a questo gruppo di martiri, era un pastore di imponente statura che dal 1914 alla morte (1927) guidò la rievangelizzazione degli indiani Huichole che avevano praticamente perso i contatti con la Chiesa da quando i gesuiti erano stati espulsi nel XVIII secolo. Nato da una famiglia povera nel 1869, aveva lavorato la terra fino all'età di 19 anni, quando era entrato nel seminario di Guadalajara.

Era stato ordinato nel 1899 e l'anno seguente era divenuto parroco di Totaltiche. Aveva fondato centri catechistici e scuole nei villaggi della sua parrocchia, costruendo persino una diga per l'approvvigionamento idrico e messo i contadini in grado di acquistare piccoli appezzamenti di terreno.

Sebbene totalmente fautore della non violenza, fu coinvolto in una battaglia fra Cristero e truppe governative, il 21 maggio 1927. Arrestato e accusato come fomentatore della rivolta, fu fucilato quattro giorni dopo. Prima di morire dichiarò la propria innocenza: «Spero che il mio sangue serva a portare la pace ai messicani divisi».

Il suo curato a Totaltiche fu p. Augustín Caloca, nato nel 1898 e ordinato nel 1923. Era anche prefetto del locale seminario ausiliare e responsabile dell'esercizio del ministero nei ranch. Fu arrestato mentre disponeva che i seminaristi si disperdessero, e fucilato con p. Magallanes.

Fra il giugno 1927 e la fine dell'anno morirono martiri altri sei di questo gruppo.

José Isabel Flores, nato nel 1866, era stato un valente seminarista a Guadalajara, ordinato nel 1896. Come parroco in diverse località, noto per la sua abnegazione, aveva fondato parecchie associazioni, fra cui le Figlie di Maria. Arrestato, gli fu offerta la libertà se avesse sottoscritto la legge Calles. Rifiutò e venne fucilato a Zapotlanejo il 21 giugno.

Anche José Maria Robles era stato uno dei migliori seminaristi di Guadalajara. Nato nel 1888, fu ordinato nel 1913. Molto devoto al Sacro Cuore, nel 1918 fondò la Congregazione delle "Vittime del Cuore Eucaristico di Gesù". Costretto a nascondersi durante la persecuzione, fu arrestato mentre si apprestava a celebrare la Messa in una casa privata. Fu condotto alla locale caserma, poi, a cavallo, in aperta campagna, dove il 26 giugno fu impiccato a una quercia.

Miguel de la Mora, nato nel 1874 in una famiglia contadina, si era dedicato al lavoro dei campi. Chiamato da Dio al sacerdozio, fu ordinato nel 1906 e divenne parroco nella diocesi di Colima. Venne arrestato all'inizio della persecuzione, rilasciato, e di nuovo arrestato, quando una donna gli chiese, se era prete, di presiedere la cerimonia nuziale della propria figlia. Condotto a Cardona, fu fucilato in una stalla il 27 agosto divenendo il primo martire della diocesi.

Rodrigo Aguilar Alemàn, nato nel 1875, aveva studiato al seminario minore di Gusmàn, rivelando un grande talento letterario. Ordinato nel 1905, aveva lavorato in varie parrocchie. Nel 1927, mentre era parroco a Unión de Tula, fu denunciato e costretto a nascondersi in un ranch. Scoperto, fu condotto nella piazza principale di Ejutla, dove venne impiccato a un mango il 28 ottobre.

Margarito Flores, nato nel 1899 da famiglia contadina, aveva lavorato la terra fino all'entrata nel seminario di Chilapa, dove era stato ordinato nel 1924. Poco dopo era divenuto professore. Durante la persecuzione si rifugiò a Città del Messico e insegnò in una scuola. Catturato, fu poi rilasciato e poté tornare a Chilapa al servizio del vescovo, offrendosi di andare in una parrocchia dove il governatore municipale aveva minacciato di far fucilare qualunque prete sorpreso in quel luogo. Fu arrestato mentre vi si recava, e ucciso a Tuliman il 12 novembre.

Pedro Esqueda Ramírez, nato nel 1887, aveva studiato a Guadalajara fino alla chiusura del seminario nel 1914, quando era tornato alla propria città natale, San Juan de los Lagos, come diacono. Ordinato nel 1916, aveva svolto il ministero come cappellano. Nel 1926, con l'inasprirsi della persecuzione operò di nascosto nella parrocchia, ma fu scoperto in un'abitazione privata dove aveva nascosto i vasi sacri sotto il pavimento. Trascinato fuori, fu torturato per diversi giorni, condotto a Teocaltitlàn e fucilato il 22 novembre 1927.

Nel 1928 altri cinque del gruppo subirono il martirio, mentre l'ultimo morì nel 1937 in una nuova esplosione della persecuzione. jesús Méndez Montoya, nato nel 1880, aveva frequentato i corsi di studi presso il seminario di Michoacàn ed era stato ordinato nel 1906. Era parroco a Valtierrilla quando scoppiò la persecuzione. Sacerdote impegnato, era noto per la sua devozione eucaristica, per le lunghe ore nel confessionale e l'attenzione alle associazioni parrocchiali. Quando le truppe federali entrarono nel paese, tentò di fuggire con il ciborio pieno di ostie consacrate nascosto sotto il mantello. Catturato, riuscì a consumarle tutte, prima che i soldati si facessero sedere su un tronco d'albero per sparargli. Forse di proposito, costoro fallirono il colpo, ma il comandante lo fece alzare e uccidere. Il suo corpo fu posto sulla strada ferrata perché i treni lo facessero a pezzi, ma le mogli degli ufficiali lo trasportarono via per fargli una veglia e seppellirlo degnamente. Era il 28 febbraio 1928.

Toribio Romo Gonzàlez, nato nel 1900, si era distinto nell'Azione cattolica quando era seminarista a Guadalajara; in questa città era stato poi ordinato nel 1922.

Visse una vita randagia durante la persecuzione, organizzando nella clandestinità un oratorio in una fabbrica abbandonata ed esercitando il ministero di notte nella città di Tequila. Nel primo mattino del 25 febbraio i soldati lo sorpresero, gli spararono, ne spogliarono il corpo e lo abbandonarono di fronte al municipio.

Justino Orona Madrigal era nato nel 1877 in una famiglia poverissima. Aveva abbandonato gli studi al seminario di Guadalajara per aiutare i suoi, ma lavorando intensamente era infine riuscito a essere ordinato nel 1904.

Era stato parroco in quattro diverse parrocchie urbane dove regnavano l'anticlericalismo e l'indifferenza. Scoppiata la persecuzione, preferì rimanere con la sua gente e la sua famiglia a Cuquío, ma fu catturato in un ranch di amici e fucilato il primo luglio insieme con il fratello e con il cappellano, Atilado Cruz Alvarado. Atilano, nato nel 1901, era di razza indigena, sebbene i genitori fossero cattolici praticanti. Nell'infanzia era stato contadino, finché i genitori non lo ebbero portato a Teocaltiche perché imparasse a leggere e scrivere.

Nel 1918 era entrato nel seminario minore e due anni dopo in quello di Guadalajara; era stato ordinato nel 1927. Era stato mandato al ranch solo il giorno prima che i soldati lo raggiungessero e gli sparassero nella sua stanza. Il suo corpo e quello di p. Orona furono scaricati nella piazza, ma i parrocchiani li raccolsero e li tumularono il giorno stesso.

Tranquilino Ubiarco, anch'egli di origine india, nato nel 1899, aveva avuto un'infanzia poverissima. I suoi studi per il sacerdozio erano stati continuamente interrotti durante la rivoluzione di Carranza, ma, grazie alla sua perseveranza, era giunto all'ordinazione nel 1923. Aveva poi avviato centri per lo studio del catechismo e un giornale di dottrina cristiana.

Era stato cappellano a Tepatitlan, lavorando per quindici mesi presso le case private, quando fu arrestato, il 5 ottobre. Gli fu consentito di confessare coloro che avevano subito la sua stessa sorte, e poi con essi venne fucilato.

Pedro de Jesús Maldonado era nato a Sacramento nel 1892. Anch'egli aveva interrotto gli studi al seminario di Chihuahua a causa della rivoluzione, e per un certo tempo aveva studiato musica. Finalmente aveva ricevuto l'ordinazione a El Paso in Texas, nel 1918, ed era ritornato a Santa Isabel in Chihuahua. Il suo ministero consisteva nel catechismo ai fanciulli, nell'adorazione notturna e nella formazione di associazioni mariane. Superò gli anni della persecuzione, la quale però ebbe una recrudescenza nel 1931, quando le chiese furono nuovamente chiuse. Fu arrestato, malmenato e rilasciato nel 1932; nel 1934 venne esiliato a El Paso. Al suo ritorno nel 1937 le autorità lo accusarono di aver appiccato un incendio nella scuola pubblica. Venne catturato da un gruppo di uomini armati e ubriachi che lo fecero camminare fino a Santa Isabel, dove svenne in seguito alle percosse. Morì all'ospedale di Chihuahua 1'11 febbraio 1937.

Questi 25 martiri sono stati beatificati da papa Giovanni Paolo II il 22 novembre 1992. Alla loro intercessione sono stati attribuiti e riconosciuti (1999) dei miracoli, e sono stati canonizzati il 21 maggio 2000.

MARTIROLOGIO ROMANO. Nella cittadina di Catatlán nel territorio di Guadalajara in Messico, santi Cristoforo Magallanes e Agostino Caloca, sacerdoti e martiri, che, durante la persecuzione messicana, confidando strenuamente in Cristo Re, ottennero la corona del martirio.

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