San Brunone Bonifacio di Querfurt

San Brunone Bonifacio di Querfurt
Nome: San Brunone Bonifacio di Querfurt
Titolo: Vescovo camaldolese, martire
Nascita: 974 , Querfurt , Sassonia
Morte: 1009, Moravia Orientale
Ricorrenza: 9 marzo
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione


Bonifacio, Bruno al battesimo, è conosciuto con entrambi i nomi e alcuni studiosi, tra cui il cardinal Baronio, hanno pensato che si trattasse di due persone distinte, ma la sua storia è così particolare da cancellare ogni dubbio sulla sua identità.

Querfurt si trova a occidente di Lipsia, in quel tempo parte del sacro romano impero, ed era una fortezza di confine, baluardo contro le tribù pagane stanziate nei dintorni e che assalivano i viaggiatori. Bruno, discendente da nobile famiglia sassone di quella città, studiò a Magdeburgo; recatosi in seguito alla corte dell'imperatore Ottone III, riscosse da lui tanta stima e affetto da venire nominato cappellano di corte.

Nel 988 accompagnò l'imperatore in un viaggio in Italia, dove fu attratto dalla personalità di S. Romualdo (19 giu.), ne divenne discepolo, ricevette l'abito monastico e il nome di Bonifacio; si impegnò nella redazione di una Vita di S. Adalberto di Praga (23 apr.), che aveva subito il martirio mentre evangelizzava le tribù prussiane, e sentì crescere dentro di sé la convinzione di essere chiamato a continuare il lavoro di quel martire. L'imperatore approvò il suo progetto di missione e due monaci, Benedetto e Giovanni, furono inviati in Polonia per imparare la lingua slava, ma furono uccisi, insieme ad altri tre, da briganti nel novembre del 1003 nei pressi di Gniezno, prima che Bonifacio potesse raggiungerli. Costoro sono i Cinque Fratelli martiri dei quali egli scrisse la biografia.

Dopo aver ottenuto il permesso da papa Silvestro II Bonifacio partì nonostante si fosse nel pieno di un inverno particolarmente rigido, al punto che i suoi stivali si congelavano nelle staffe. A Meseberg fu consacrato archiepiscopus gentium (arcivescovo missionario) dall'arcivescovo di Magdeburgo e rivestito del palio. Sembra che si proponesse di operare come metropolita per la Polonia orientale. A causa di difficoltà politiche dovette lavorare per qualche tempo tra i magiari del Basso Danubio, poi si trasferì a Kiev dove predicò sotto la protezione del principe stesso, Vladimiro (15 lug.), che era cristiano, contrariamente alla maggioranza del suo popolo.

Da Kiev si trasferì nei territori di un altro principe cristiano, Boleslao il Coraggioso, tentando di convertire alla fede le popolazioni stanziate ai confini con le tribù prussiane. Incontrò una violenta opposizione e, ignorando nel suo zelo missionario tutti gli inviti alla prudenza, il 14 marzo 1009 fu ucciso con diciotto compagni all'età di soli trentacinque anni.

Bonifacio era dotato di grande fede e grande coraggio: aveva già programmato di evangelizzare paesi del nord (come la Svezia, dove avevano già inviato due monaci), quando fu ucciso. Boleslao recuperò il suo corpo e lo riportò in Polonia; in seguito gli abitanti della Prussia onorarono la sua memoria dedicandogli una città, Braunsberg, nel luogo dove si pensava fosse stato martirizzato.

MARTIROLOGIO ROMANO. In Moravia orientale, san Bruno, vescovo di Querfurt e martire, che, mentre accompagnava in Italia l’imperatore Ottone III, affascinato dal carisma di san Romualdo, abbracciò la vita monastica prendendo il nome di Bonifacio e, tornato in Germania e fatto vescovo dal papa Giovanni X, nel corso di una missione apostolica fu trucidato dagli idolatri insieme con altri diciotto compagni.

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