Basilica di San Marco

San Marco
Nome: Basilica di San Marco
Titolo: Basilica Cattedrale Patriarcale Metropolitana Primaziale Collegiata
Indirizzo: Piazza San Marco - Venezia
Dedicato a: San Marco
Reliquie di: San Marco


Il primo atto che simbolicamente espresse l'indipendenza di Venezia da Bisanzio fu costituito dalla elezione di San Marco a patrono della città. Questa scelta, pur rimanendo circoscritta nell'ambito religioso, sottintendeva il preciso disegno politico di sottrarsi gradualmente ad ogni influenza dell'impero d'Oriente. L'Evangelista sostituiva infatti il santo Teodoro, legato al culto religioso bizantino, fino allora patrono della città dei dogi. Una chiesa, dedicata appunto a San Teodoro, sorgeva sull'area della futura Basilica Marciana, presso la primitiva fabbrica della sede del governo. Sotto il dogado di Giustiniano Partecipazio nell'828 si diede inizio alla costruzione della nuova chiesa che doveva ospitare, in forma più degna, il corpo dell'Evangelista San Marco,
trafugato secondo la leggenda in un monastero di Alessandria d'Egitto da due commercianti veneziani, Buono di Malamocco e Rustico di Torcello.

Tomba di San Marco Evangelista
Tomba di San Marco Evangelista
La scelta del luogo su cui sarebbe sorta la basilica non fu determinata soltanto dalla necessità di stabilire la presenza di un edificio sacro nel centro della città, ma rispondeva al carattere particolare che la chiesa assunse fin dalla sua fondazione di cappella ducale, in stretta aderenza al palazzo di governo di cui era parte integrante.

Oggi la basilica di San Marco e il Palazzo Ducale appaiono come due entità distinte del tutto indipendenti l'una dell'altra, mentre fino alla caduta della Repubblica esse espressero un «unicum» politico di cui la chiesa rappresentò l'aspetto religioso e il palazzo quello civile. L'esempio più emblematico di questa unità funzionale è dato dalle cerimonie legate alla elezione del doge, votato e nominato nella Sala dello Scrutinio del Palazzo Ducale e consacrato in San Marco prima di presentarsi al popolo che lo acclamava in Piazza.

La massima autorità religiosa posta a capo della basilica era il Primicerio, che aveva titolo vescovile ma che veniva nominato direttamente dal doge e dalla Signoria tra il clero appartenente alla nobiltà cittadina. Inoltre erano i Procuratori di San Marco a sovrintendere alle esigenze materiali dell'edificio che comprendevano tra le altre, le opere di costruzione, di manutenzione e di restauro della fabbrica. La figura del Primicerio era legata direttamente alla Signoria, indipendente dall'autorità del Vescovo di Castello e quindi dalla gerarchia ecclesiastica ufficiale che faceva capo a Roma. I rapporti che intercorsero nei secoli tra il Papato e la Repubblica denotano l'estrema volontà della classe dirigente veneziana di operare all'interno del suo dominio in assoluta indipendenza: infatti nei momenti di maggior tensione il clero veneziano si schierò sempre a fianco del governo.

La prima basilica di San Marco venne consacrata nell'832 sotto il dogado di Giovanni I Partecipazio. Nulla si sa di questa fabbrica di cui è incerto il disegno planimetrico, se basilicale o a croce greca sullo schema di quello attuale. Gli ultimi studi propenderebbero per questa seconda soluzione.

Scompariva intanto la chiesa preesistente di San Teodoro e si andavano modificando e qualificando gli spazi antistanti le nuove fabbriche fino al Bacino.

L'incendio appiccato dal popolo in rivolta alla sede ducale nel 967, distrusse anche la primitiva, chiesa dei Partecipazio.
Pietro Orseolo, successore del doge Pietro IV Candiano perito nella sommossa, ricostruì la chiesa che venne consacrata nel 978. Di questi due edifici restano elementi di carattere architettonico e decorativo che vennero reimpiegati nella costruzione della terza fabbrica nell'XI secolo, che è quella ancora oggi esistente: sculture, cimase, parapetti, formelle, capitelli, cornici, plutei, le sedici piccole arcate alla base del coro, elementi questi che costituiscono una documentazione di estremo interes se per la conoscenza della storia arti stica di Venezia nei primi secoli.

L'XI secolo fu per Venezia un momento particolarmente felice per intensità di opere e di iniziative legate allo sviluppo sociale, economico ed artistico della città. In particolare numerosissime furono le attività connesse all'edilizia pubblica e privata che rinnovarono e arricchirono il tessuto urbano.

I lavori della nuova fabbrica iniziarono nel 1063, sotto il dogado di Domenico Contarini. Nel 1071, alla morte del doge, la costruzione era bene avviata e già completata nelle parti essenziali. La consacrazione avvenne nel 1094, sotto il doge Vitale Falier. La chiesa si presentava allora spoglia e severa nella sua nuda struttura in laterizio a vista. È a pianta centrale a croce greca; la navata maggiore si allunga nel presbiterio sopraelevato di alcuni gradini per far posto alla sottostante cripta. Le cinque grandi cupole emisferiche si appoggiano su un doppio ordine di arconi a tutto sesto sostenuti da potenti pilastri angolari e isolati. Lo spazio compreso tra i pilastri e il muro d'ambito costituisce una sorta di navata minore lungo i bracci della croce, sottolineata dai colonnati che reggono i matronei. Un atrio gira intorno ai tre lati del piedicroce.

I lavori di decorazione protrattisi fino al Quattrocento con continua e incessante opera tesa ad arricchire e ad abbellire le primitive strutture finirono per far assumere a tutto l'edificio, sia all'interno che all'esterno, un diverso significato. I rivestimenti marmorei, la serie delle preziose colonne e soprattutto le vaste superfici a mosaico annullarono la determinatezza strutturale originaria a cui si sovrappose la vibrazione cromatica dei piani. Ciò che più meraviglia in San Marco è l'unità espressiva raggiunta nonostante gli interventi si siano susseguiti nei secoli e abbiano interessato epoche diverse per gusto e stile.

Loggia dei Cavalli
Loggia dei Cavalli


Si può risalire al 1204, anno della presa di Costantinopoli durante la quarta crociata guidata dal doge Enrico Dandolo, l'inizio di questa trasformazione che utilizzò il ricchissimo bottino di guerra trasportato in patria dai veneziani vittoriosi. L'uso "così intelligente dei preziosi materiali marmorei potrebbe far supporre che i veneziani pensassero proprio alla loro basilica mentre andavano spogliando le favolose dimore orientali. In questa occasione furono posti sulla loggia di facciata, in corrispondenza dell'arcone centrale, i quattro cavalli di bronzo dorato.

Uno degli interventi esterni che maggiormente modificarono il profilo della basilica riguardò la costruzione sulle preesistenti cinque basse cupole emisferiche di carattere bizantino, di nuove cupole con struttura lignea rivestita di piombo, indipendenti dalle prime e molto più alte, ognuna conclusa da una lanterna di forma orientaleggiante.

Il Campanile di San Marco
Il campanile


Il campanile sembra sia derivato dalla trasformazione di un'antichissima torre di difesa e di avvistamento. Da questo primo, leggendario momento, la struttura subi numerose, successive trasformazioni che la resero nel tempo sempre più alta e importante non soltanto nei confronti del sistema urbano della piazza ma di tutta la città per la quale divenne punto di riferimento. Una prima ricostruzione sembra sia avvenuta sotto il doge Vitale Il Michiel nella seconda metà del XII secolo. Restauri e rifacimenti si susseguirono fino al 1489 quando un fulmine danneggiò gravemente la parte terminale. I lavori di restauro futono affidati a Giorgio Spavento, prosi, dei Procuratori conosce con sufficiente precisione quale sia stata l'entità del suo intervento; certo è che nel 1500 il campanile presentava ancora copertura a tegole a quattro falde. Il terremoto del 26 marzo 1511 rese necessario un ulteriore restauro alle strutture, affidato questa volta al nuovo proto Bartolomeo Bon. In questa occasione fu eretta l'alta cuspide piramidale poggiante su un tamburo quadrangolare oltre la cella campanaria.


Nel 1902 il campanile di San Marco crollò improvvisamente sedendosi su se stesso. I lavori per la ricostruzione, prontamente iniziati, terminarono nel 1912. Data l'importanza costituita dalla decorazione a mosaico della basilica di San Marco che si estende senza interruzione su tutta la copertura, dagli arconi alle volte e alle cupole, ed essendo già ricchissima la documentazione
storico critica dell'opera musiva come della struttura architettonica, sembra opportuno concludere la breve esposizione sulla chiesa con una descrizione delle principali correnti stilistiche rappresentate e dei maggiori artisti che operarono dal XII al XVIII secolo.

Arco di Sant'Alipio
Arco di Sant'Alipio


Il catino dei portali della facciata racchiude storie dell'evangelista San Marco, il mosaico più antico, risalente al 1260 circa, è quello dell'arco di Sant'Alipio (il primo a sinistra) raffigurante il «trasporto del corpo di San Marco».

Nell'atrio sono raccontate storie del Vecchio Testamento; questo ciclo costituisce la parte stilisticamente più unitaria non avendo subito che pochissimi rimaneggiamenti rispetto alla stesura originaria che risale al XIII secolo.

All'interno della chiesa sono rappresentati episodi tratti dal Nuovo Testamento; i mosaici risalgono ad epoche diverse; vi si distinguono accanto alle opere più antiche, dei caratteri veneto bizantini quelle legate all'influsso romanico e gotico, tra il XIII e il XIV secolo.

Interno Basilica di San Marco
L'interno


Non mancano nella storia musiva della basilica mosaici nei quali i critici hanno individuato motivi dell'arte toscana del primo Quattrocento. Pur non potendo assegnare attribuzioni certe, è nota la presenza a Venezia intorno alla prima metà del XV secolo dei due maestri toscani Paolo Uccello e Andrea del Castagno. Il primo sicuramente lavorò a San Marco con il preciso incarico da parte del Senato di ricostituire l'antica scuola del mosaico a Venezia che in quel periodo attraversava un momento di grave crisi, dopo la morte di Jacobello della Chiesa. Accanto ai maestri toscani che diedero nuovo impulso alla rinascita del mosaico si ormarono numerosi allievi che ne continuarono l'opera; si ricorda Michele Giambono, ultimo epigono della vecchia scuola gotica veneziana, autore di una parte del ciclo della cappella dei Mascoli, iniziato nel 1430 e raffigurante episodi della vita della Vergine. Con il Giambono collaborarono Jacopo Bellini e Andrea del Castagno.

L'ultimo intervento originale ideato e realizzato in San Marco all'inizio del Cinquecento riguarda la decorazione della sacrestia nuova a cui attesero Marco Luciano Rizzo e Francesco Zuccato.

A partire da questo momento e nei tre secoli successivi ogni altra opera musiva sarà compiuta per sostituire i più antichi mosaici man mano che questi andavano rovinandosi e sgretolandosi. In questa fase di rinnovamento furono mantenuti i soggetti e i temi originari, ovviamente espressi secondo le diverse tendenze artistiche. I cartoni dei nuovi mosaici furono affidati ai maggiori artisti del tempo; così nel Cinquecento troviamo impegnati Paolo Veronese, Tiziano, Lorenzo Lotto, il Bassano, il Pordenone e molto più tardi, nel Settecento, Sebastiano Ricci.

ORARI


Basilica: 9.45 - 17.00
Domenica e giorni festivi: 14.00 - 17.00
Ingresso: 6 €

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