San Bonifacio è considerato l’Apostolo della Germania. Predicò il Vangelo in Frisia nella prima metà dell’VIII secolo, fu Vescovo di Magonza e venne poi sepolto nella celebre Abbazia di Fulda. Nato in Inghilterra, da lì fece giungere anche i suoi primi collaboratori.
Quando però la sua predicazione cominciò a trascinare i popoli della Germania, molti discepoli lo seguirono nelle circostanze più diverse. Tra questi emerge anche la figura di Sant’Adele, una delle preziose figure femminili ricordate nel mese di dicembre.
Dire che San Bonifacio evangelizzò la Germania significa riferirsi soprattutto alla parte centrale del paese. Le regioni lungo il Reno e oltre, già appartenute all’Impero romano e genericamente comprese sotto il nome di Gallia, erano cristiane da oltre due secoli e condividevano le sorti politiche e religiose del Regno dei Franchi.
Presso Treviri prosperava il monastero femminile di Pfaltz, in latino Palatium. Ne era Abbadessa una santa vedova di nome Adele. Presso di lei soggiornava spesso il nipotino Gregorio, un bambino vivace e intelligente che, conoscendo il latino, leggeva ad alta voce durante i pasti nel refettorio.
Nel 722, di ritorno dalla prima missione in Frisia, San Bonifacio giunse al monastero e vi fu accolto come ospite, senza che nessuno ancora lo conoscesse. Durante il pasto, Gregorio lesse con voce squillante una pagina latina tratta da un testo sacro.
Terminata la lettura, San Bonifacio si avvicinò al ragazzo e gli disse: « Hai letto molto bene, se hai capito ciò che hai detto. Dimmi che cosa hai capito ». Invitato a spiegare il testo nella lingua comune, Gregorio mostrò di non comprenderne pienamente il significato.
Allora San Bonifacio spiegò lui stesso il passo latino, commentandolo con tale chiarezza, profondità e forza persuasiva da lasciare tutti meravigliati. L’effetto fu tale che il giovane Gregorio rimase profondamente colpito e decise di non voler più abbandonare lo sconosciuto predicatore.
Invano Sant’Adele cercò di trattenerlo, temendo per la sua giovane età e la fragilità. Alla fine, riconoscendo l’opera di Dio, tra le lacrime lo lasciò partire accanto al missionario, che riprendeva il suo arduo cammino.
Quel Gregorio, cresciuto in età e in santità, divenne uno dei migliori discepoli di San Bonifacio e fu poi Abate nella diocesi di Utrecht.
Più incerta è invece la storia di Sant’Adele. Vedova di nome Alderico, era entrata nel monastero da lei fondato solo dopo la morte del marito. Secondo alcune tradizioni, sarebbe stata figlia del re Dagoberto II, il “buon re Dagoberto”, venerato dalla Chiesa come Santo.
Dello stesso re sarebbe stata figlia anche Sant’Irmina, fondatrice e Abbadessa di un altro monastero. Non è possibile affermare con certezza che Adele e Irmina fossero realmente sorelle di sangue o di stirpe reale.
Tuttavia, come fondatrici di monasteri che divennero veri centri di evangelizzazione di terre ancora pagane, esse possono essere considerate sorelle nella santità, e coronate di una gloria ben più duratura di quella dei re.