Nacque in Sicilia, a Demenna (Castrogiovanni), e venne iniziato all'ascetismo basiliano presso il monastero di San Felippo d'Agira. Per sfuggire alle vessazioni dei Saraceni, che avevano conquistato l'isola, attraversò lo Stretto di Messina e andò ad essere sottoposto alla disciplina di Sant'Elia lo Speleota, a Reggio. Ma ben presto la zona dell'Aspromonte divenne anche meta delle incursioni saracene, così prese la via verso nord fino a raggiungere la famosa eptarchia monastica di Mercurio, al confine tra Calabria e Lucania.
Fondò una laura (chiostro) nel territorio di Nola (Napoli), dove restaurò la diroccata chiesa di San Pietro e visse con i suoi discepoli per sette anni, praticando l'ascetismo più rigoroso e dedicandosi al lavoro dei campi. Desideroso di una maggiore solitudine, si recò nel territorio di Agromonte, vicino al fiume Agri, dove restaurò il monastero di San Giuliano. Prestò il suo aiuto di carità cristiana ai soldati feriti nel conflitto tra i saraceni ei tedeschi di Ottone II. Fortificò il castello di Armento e la Chiesa della Madre di Dio, lasciandone la custodia ai suoi discepoli. Fu qui, intorno al 971, che nacque il famoso monastero dei Santi Elia e Anastasio del Carbone, che divenne il "quartier generale" del Santo, sia come baluardo contro le incursioni dei Saraceni, sia come teatro dei tanti miracoli da lui operati. San Luca, assistito da Saba il Giovane, morì e fu sepolto nella chiesa del monastero, dove ricevette il culto pubblico. Ha un culto locale.
MARTIROLOGIO ROMANO. In Basilicata, san Luca, abate secondo gli insegnamenti dei Padri orientali, che condusse un’intensa vita monastica dapprima in Sicilia, sua patria, poi in vari luoghi in seguito all’invasione dei Saraceni, per morire infine presso Armento nel monastero dei santi Elia e Anastasio del Carbone da lui stesso fondato.
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