San Godrico

San Godrico
Nome: San Godrico
Titolo: Eremita
Nascita: Walpole, Norfolk
Morte: 21 maggio 1170, Durham, Inghilterra
Ricorrenza: 21 maggio
Tipologia: Commemorazione


Venditore ambulante, pellegrino, marinaio, balivo e poi eremita per cinquant'anni o più: Godric fu tutto questo, e anche compositore di musica e versi, raro esempio di uomo medievale di umili origini del quale possediamo testimonianze personali contemporanee.

Nacque a Walpole (Norfolk) in una famiglia di contadini anglosassoni; invece di dedicarsi ai lavori agricoli fece il venditore ambulante nel Lincolnshire, dove si era trasferita la famiglia, dal 1085 al 1089. Fece allora il suo primo pellegrinaggio a Roma, imbarcandosi poi verso il nord: esercitò il commercio tra Scozia, Fiandre e Danimarca. Concluse buoni affari, entrando in comproprietà di una nave e poi di un'altra, della quale divenne capitano.

Nel 1101, forse via mare, fece un pellegrinaggio a Gerusalemme; è possibile, ma non provato, che fosse lui quel Godric «pirata inglese» di cui parla Baldovino I. a Giaffa nel 1102. Era abbastanza ricco da passare, nel viaggio di ritorno dalla Terra Santa, da Compostella.

Non molto dopo tornò di nuovo a Roma e a Saint-Gilles in Provenza. Questi viaggi furono seguiti da un terzo pellegrinaggio a Roma, accompagnato dall'anziana madre, che doveva essere della sua stessa dura tempra.

Decise di rinunciare al mondo e vendette tutti i suoi beni; compì così il primo tentativo di vita eremitica in una foresta vicino a Carlisle, unendosi poi a un altro eremita che viveva a Wulsingham (vicino a Durham) fino alla morte di quest'ultimo, avvenuta nel 1108. Pochi mesi dopo partì per un altro pellegrinaggio a Gerusalemme dove visitò i Luoghi Santi, unendosi ad altri eremiti nel deserto di S. Giovanni Battista (il deserto di Giudea) e lavorando, per parecchi mesi, nel famoso ospedale di Gerusalemme.

Di nuovo parve incerto sul da farsi, pensando anche di riprendere l'antico lavoro di venditore ambulante per riuscire a occupare un eremo abbandonato vicino a Whitby. Un anno dopo però lo troviamo a Durham, sagrestano della chiesa di S. Gilles e membro del coro a St Mary-le-How. Avendo ormai più di quarant'anni, fissò finalmente la sua dimora a Finchale sul fiume Wear, prima nel "Chiostro di S. Godric" e poi nel luogo ora occupato dal monastero di Finchale. Ancor oggi si può vedere il luogo della sua cappella, quantunque incorporata nella chiesa attuale.

Intraprese la vita eremitica che aveva scelto, dapprima senza alcuna direttiva, nutrendosi di radici e bacche, poi iniziando a coltivare vegetali, a macinare orzo per fare il pane e a tagliare alberi per costruirsi una capanna.

In seguito aggiunse una piccola chiesa di pietra, collegata alla sua cella da un chiostro fatto di canne e intonacato. Benché il suo biografo, Reginaldo di Durham, metta in rilievo gli aspetti di pellegrino devoto durante la sua precedente vita sui mari, Godric se ne doleva, considerandoli anni di frodi e impurità, pieni di peccati che voleva espiare con un regime estremamente austero.

Trascorreva una vita solitaria e monotona, ma non priva di pericoli: una volta, per lo straripamento del fiume Wear, rischiò di annegare; un'altra volta (1138) fu selvaggiamente percosso da soldati scozzesi che credevano che nascondesse un tesoro. Una svolta notevole si produsse quando Ruggero, priore di Durham, gli diede una norma di vita, regolò le visite dei molti che volevano incontrarlo, e gli offrì di essere associato ai monaci di Durham. Pure i cistercensi lo stimavano e gli facevano visita; tra essi c'era anche S. Aelredo di Rievaulx (12 gen.) e S. Roberto di Newminster (7 giu.).

Un contemporaneo così lo descrive: «Forte e agile e, a dispetto della sua bassa statura, di aspetto molto venerabile [...] Aveva una fronte ampia, grigi occhi vivaci e sopracciglia folte che quasi si toccavano. Il viso era ovale, il naso luogo e la bomba folta.

Un altro lo definisce un buon ascoltatore, sempre serio e solidale con chi soffriva; questa osservazione portò qualche scrittore a sottolineare che gli eremiti medievali venivano accolti come consiglieri nei villaggi, assumendo un compito che non era però lo scopo precipuo della loro vita, passata in una vera solitudine fatta di lunghe preghiere liturgiche alternata con la contemplazione silenziosa dei misteri divini, nel quadro di un'austera penitenza.

Il regime nascosto di Godric a Finchalc fu in effetti alterato dalle numerose visite; ciò non deve però impedirci di riconoscere che il suo austero stile di vita non era in sostanza cambiato. Non vennero meno manifestazioni diaboliche, né le acute sofferenze fisiche, specialmente negli ultimi anni. Passò quasi sessant'anni a Finchale, e negli ultimi tempi ricevette messaggi d'incoraggiamento da parte di S. Tommaso di Canterbury (29 dic.) e persino una lettera affettuosa di papa Alessandro III, giunta fino a noi.

Un'attività supplementare che contribuì alla sua fama fu la composizione di versi (i primi in inglese medievale) arrangiati per la musica, molto vicini allo stile del canto gregoriano: c'è un inno dedicato alla Vergine Maria, uno a S. Nicola, e un terzo che fu cantato da sua sorella Burchwen, vissuta per un periodo a Finchale prima di divenire suora nell'ospedale di Durham; sono tutti componimenti brevi e semplici (oggi trascritti e registrati) conservati in un manoscritto del XIV secolo custodito nella British Library.

Dopo l'ultima lunga malattia che lo costrinse a letto, curato dai monaci di Durham, morì i121 maggio 1170. La sua cella a Finchale entrò in possesso del monastero di Durham, e la sua tomba divenne luogo di pellegrinaggi.

I miracoli che gli vennero attribuiti includono un alto numero di guarigioni di donne: la cosa non è molto usuale, e può forse essere spiegata considerando che i monaci di Durham avevano reso inaccessibile alle donne la tomba di S. Cutberto a causa di una sua supposta (ma non vera) avversione nei loro confronti.

Il santuario di Finchale crebbe e prosperò ma Godric, come molti altri santi antichi, non fu mai ufficialmente canonizzato. Il suo culto a Finchale, a Durham e tra i cistercensi era molto consolidato. Merita di essere conosciuto meglio; tre scrittori a lui contemporanei ci hanno tramandato diverse ma sostanzialmente accurate informazioni su di lui.

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