Monaco ed evangelizzatore, amante della solitudine del deserto e fondatore di monasteri cenobitici, interlocutore di re e papi, uomo d'azione nella società civile del suo tempo, Colombano fu un eterno pellegrino. Dalla sua Irlanda, passò per Bretagna, Gallia, Svizzera e giunse in Italia, dove concluse il suo pellegrinaggio terreno nel monastero di Bobbio, nella valle del Trebbia. "Lasciando la tua patria, alla Patria ritorni", canta il primo inno in suo onore.
La vita di Colombano è nota grazie alla biografia scritta nel 640 dal monaco Giona, che afferma: "La Vita di Colombano vuol essere innanzitutto un'epifania della potenza di Dio". Secondo Giona, l'eredità del santo non si esaurisce con la sua morte, ma continua nei suoi discepoli e nei suoi scritti.
Colombano nacque nel regno di Leinster, in Irlanda, intorno al 525-540. Dotato per gli studi, a vent'anni incontrò una religiosa che lo esortò: "Fuggi, fuggi, ragazzo! Evita il precipizio in cui sai che sono caduti in molti". Dopo aver vinto le resistenze materne, Colombano si recò da Sinell, un maestro di Scrittura, e poi a Bangor, dove abbracciò la vita monastica. Qui "rinunciando a se stesso e prendendo la propria croce, comincia a seguire Cristo". Ordinato presbitero, sentì l'appello alla peregrinatio, l'esilio volontario, e partì con dodici compagni verso la Gallia. Si stabilì ad Annegray, fondò monasteri a Luxeuil e Fontaine, e scrisse due Regole monastiche e il Penitenziale, noti per il loro rigore. Sebbene accusato di durezza, Colombano mostrò una profonda tenerezza verso i suoi fratelli.
Colombano fondò numerose comunità cenobitiche ma amava la solitudine. Spesso si ritirava nel deserto, "lontano da ogni preoccupazione", per dedicarsi alla preghiera. Nonostante ciò, mantenne il desiderio di evangelizzare. Scrisse al fratello: "Io amo la salvezza di molti e per me stesso il nascondimento: la prima cosa a vantaggio del Signore, la seconda per il desiderio che ho di Lui". Dalla Gallia alla Svizzera, sognò di portare la parola di Dio ai pagani, ma un’apparizione angelica lo indirizzò in Italia per combattere l’eresia ariana.
Giona racconta i miracoli del santo, capace di guarire malattie e vivere in armonia con gli animali, riflettendo la pace di Adamo nell’Eden. Tuttavia, Colombano incontrò ostilità per il suo attaccamento alle tradizioni irlandesi, come il calcolo della Pasqua e la tonsura druidica. Scrisse a papa Gregorio e papa Sabiniano per sostegno ma rifiutò di comparire al sinodo di Lione.
I rimproveri a re Teodorico per l'incontinenza e i figli illegittimi causarono il suo esilio. Fuggito da Besançon e condannato a tornare in Irlanda, riparò a Bregenz e infine in Italia, dove fondò il monastero di Bobbio nell’autunno del 614. Il 23 novembre 615, Colombano morì, lasciando un’eredità spirituale viva nei suoi seguaci.
MARTIROLOGIO ROMANO. San Colombano, abate, che di origine irlandese, fattosi pellegrino per Cristo per istruire nel Vangelo le genti della Francia, fondò insieme a molti altri monasteri quello di Luxeuil, che egli stesso governò in una stretta osservanza della regola; costretto allesilio, attraversò le Alpi e fondò in Emilia il monastero di Bobbio, celebre per la disciplina e gli studi, dove, benemerito della Chiesa, morì in pace e il suo corpo fu deposto in questo giorno.