Quando la Vergine seppe dall'Arcangelo Gabriele che era prossima a divenire madre del Precursore, fu stimolata interiormente dallo Spirito Santo a recarsi alla casa di S. Elisabetta, sua parente in dolce attesa del Giovanni Battista, per apportarvi i primi frutti della redenzione.
Secondo il Vangelo di Luca, Elisabetta era parente della Vergine Maria, ma il grado esatto di parentela non è specificato nel testo sacro.In Luca 1,36, l'angelo Gabriele dice a Maria: «Ed ecco, Elisabetta, tua parente, ha concepito anch'ella un figlio nella sua vecchiaia».Il termine greco utilizzato, "syngenēs", indica genericamente un legame di parentela, senza precisarne il grado.
Il viaggio da Nazareth, dove abitava la SS. Vergine, fino alla città di Ebron dove stava Elisabetta era di 69 miglia circa. Le montagne e la cattiva stagione rendevano più incomodo tale percorso. Tuttavia la B. Vergine si pose in cammino con sollecitudine, come nota il Vangelo, spinta da quella grande carità che ardeva nel suo cuore. Ella incominciava allora la sua missione di dispensiera di tutte le grazie.
Giunta alla casa di Elisabetta, Maria fu la prima a porgere il saluto alla parente, ed apportò in quella casa grazie straordinarie: S. Giovanni Battista fu liberato dal peccato originale, Zaccaria riebbe la parola, S. Elisabetta ricevette l'abbondanza dei doni dello Spirito Santo ed alla vista della Vergine esclamò: « Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto ».
Maria, in risposta, pronunciò lo stupendo cantico del Magnificat, la più degna lode che Dio ricevesse dalla bocca della sua santa Madre, e che la Chiesa fa recitare ogni giorno ai sacerdoti nell'Ufficio divino.
titolo La Visitazione autore Bradi Barthanno XX sec
L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore
perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Con questo cantico Maria loda Iddio di averla arricchita di tali privilegi; predice la sua gloria nell'avvenire: profetizza che il Salvatore del mondo umilierà i superbi ed esalterà gli umili e spanderà la sua misericordia in tutti i secoli fino alla fine del mondo.
Secondo il S. Vangelo, Maria si trattenne per tre mesi nella casa di S. Elisabetta. In questo tempo Ella prestò alla madre del Battista tutti i più umili servizi, con una bontà che solo la madre di Dio poteva avere.
Come fu ripiena di grazia la famiglia di Elisabetta alla visita di Maria, così può chiamarsi beata l'anima devota di Maria. Maria non solo protegge i suoi devoti, ma, come dice un santo, li serve. Dove vi è l'amore a Maria vi è ogni bene, perché Ella porta con sé Gesù, vera pace dell'anima.
PRATICA. Sull'esempio di Maria proponiamo di essere umili e caritatevoli verso il prossimo.
PREGHIERA. Deh! Signore, accorda ai tuoi servi il dono della grazia celeste, affinché come il parto della B. Vergine fu loro principio di salvezza, così la solennità della sua Visitazione aumenti la loro pace.
MARTIROLOGIO ROMANO. Visitazione della beata Vergine Maria ad Elisabétta.
ICONOGRAFIA
Nell'iconografia della Visitazione viene sempre raffigurate il momento in cui la Vergine che, come descritto nei Vangeli, incontra Elisabetta. Le due donne tradizionalmente si vendono salutarsi con un inchino formale e una stretta di mano, a volte salutarsi da lontano, o ancora abbracciarsi, oppure santa Elisabetta può inginocchiarsi davanti a Maria. In gran parte delle opere le donne sono sole, accompagnate dai mariti o anche da altri personaggi tra cui le due donne che assisteranno la Vergine durante il parto. Elisabetta è di norma effigiata come una donna anziana, in contrasto con la giovane Maria. Malgrado le parole del Vangelo, la scena è raffigurata il più delle volte all’aperto.
titolo La Visitazione autore Raffaello Sanzioanno 1517
Uno delle più celebri opere dedicate alla Visitazione è senza dubbio quella di Raffaello Sanzio. Il pittore marchigiano ritrae la figura monumentale di sant'Elisabetta che incede verso Maria incinta. La prima è anziana e nella sua concitazione si legge tutta la sorpresa per la miracolosa gravidanza che l'ha riguardata in età così avanzata. La scena è ambientata in un luminoso paesaggio, con il Battesimo di Cristo sullo sfondo, corredato da una sfolgorante apparizione del Creatore tra angeli.
titolo Visitazione autore Lagrenée il primogenitoanno XVIII sec
Bellissima anche la tela di Lagrenée, Louis-Jean-François, pittore francese del XVIII sec, dove raffigura Elisabetta con la Vergine e probabilmente Zaccaria e San Giuseppe.
titolo Visitazione autore Federico Baroccianno 1583
Nella splendida tela di Federico Barocci, pittore nativo di Urbino attivo a Roma per gli Oratoriani della Chiesa di Santa Maria in Vallicella, viene raffigurata l'atmosfera domestica, questa volta sotto un portico, dove l'artista traduce, in un tono facile e comprensibile, quella felice occasione che è familiare per le due donne. Federico Barocci aveva studiato diligentemente la sua creazione: dalla prospettiva e dal brano architettonico che sotto ad un arco sfonda su un paesaggio suggestivo, alla modulazione morbida e cangiante dei colori e dei rapporti chiaroscurali, quindi alle fisionomie gaie e ai gesti naturali e spontanei.
titolo Visitazione autore Francisco Rizianno circa 1663
Un altro elemento che viene spesso rappresentato nella scena è l'asino che san Giuseppe cercò in prestito per portare tutto il bagaglio e la sua santissima sposa, Regina dell'intero creato. L'animali è ben visibile nella meravigliosa tela di Francisco Rizi, artista spagnolo del XVII, dove sono presenti anche San Giuseppe e Zaccaria. Nell'opera Elisabetta abbraccia affettuosamente la vergine per ringraziare Maria della visita.
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