Gli Acta di questi martiri sono tra i più attendibili, ma in essi non si chiarisce se la loro persecuzione sia avvenuta sotto il regno di Marco Aurelio (161-180) o quello di Decio (imperatore dal 249 al 251). Carpo, vescovo di Gurdos, in Lidia, e Papilo, diacono di Tiatira, nella stessa provincia, portati davanti al governatore roma-no di Pergamo, furono invitati a mangiare la carne che era stata offerta agli idoli. Carpo rispose: «Io sono un cristiano, venero Cri-sto, Figlio di Dio, che è venuto nel mondo negli ultimi tempi per la nostra salvezza [...] ma a questi idoli non offro sacrificio».
Dopo ulteriori interrogatori fu condannato alla flagellazione. Papio rispose allo stesso modo al governatore: «Fin dalla giovinezza servo il Signore e non ho mai offerto sacrifici agli idoli; sono cristiano e nient'altro puoi sentire da me all'infuori di questo, poiché non c'è parola più grande e più bella di questa che io possa dire».
Dopo che anche Papilo fu torturato, fu loro chiesto nuovamente di mangiare la carne dei sacrifici pagani e, al loro rifiuto, furono condannati a morire sul rogo. In punto di morte Carpo disse: «Sii benedetto, o Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, che ti sei degnato di far partecipe della tua gloria anche me peccatore».
Agatonice era una madre che patì la persecuzione nello stesso periodo; ad alcune persone che la esortavano a salvarsi per il bene dei suoi figli, rispose: «Mio figlio ha Dio che può aver pietà di lui, perché è lui che provvede a tutte le creature». Fu condannata al rogo per essersi rifiutata di offrire sacrifici agli idoli e secondo alcuni testi era sorella di Papilo. Il culto dei tre martiri è menzionato da Eusebio nella sua Storia Ecclesiastica e nel Breviario siriano. Un paio di fonti vi aggiungono un quarto martire, il servo Agatodoro, e il Martirologio Romano ne raccolse l'istanza aggiungendo a Carpo, Papilo e Agatonice la dicitura «e molti altri».
MARTIROLOGIO ROMANO. A Pergamo nell’Asia, nell’odierna Turchia, santi martiri Carpo, vescovo di Tiatira, Pápilo, diacono, Agatoníca, sorella di Papilo, e molti altri, che per la loro beata professione di fede ricevettero la corona del martirio.
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