I due fratelli Ewaldo, sacerdoti della NorthuMbria, trascorsero molti anni in Irlanda come esuli «a causa dell'amore per il regno eterno», secondo l'espressione di Beda, il quale ci informa anche degli epiteti che erano stati loro affibbiati a causa dcl colore dei capelli; erano entrambi devoti e pii, anche se Ewaldo il Nero conosceva più profondamente la Scrittura.
Sull'esempio di S. Villibrordo (7 nov.), andarono a lavorare tra i sassoni, stabilendosi in Westfalia, regione dell'attuale Germania. In attesa di essere presentati al signore locale, trascorrevano il tempo pregando e dicendo Messa, ma ciò spaventò molto gli abitanti del posto che, sapendo che i due missionari avrebbero cercato di convertire il loro signore, temevano di perdere la protezione degli dèi. Avvenne, così, che essi assassinarono i due fratelli in un villaggio vicino a Dortmund, uno subito e l'altro dopo una lunga tortura, e ne gettarono i corpi nel Reno. Beda, poi, narra che il signore del luogo si adirò a tal punto per l'accaduto da far trucidare gli abitanti del villaggio e incendiare le loro case. I corpi dei due martiri furono recuperati e seppelliti con onore. Successivamente Pipino III, re dei Franchi, li fece portare a Colonia e pose le reliquie in un sacrario nella chiesa di S. Cuniberto, dove si trovano tuttora.
I due fratelli sono venerati come patroni della Westfalia e la loro festa è stata mantenuta anche dai premostratensi, per i quali nel secolo S. Norberto (6 giu.) ottenne parte delle reliquie. Altre due chiese, a Gorze e a Xanten (Germania), affermano di conservare alcune loro reliquie.
MARTIROLOGIO ROMANO. In Sassonia, nell’odierna Germania, due santi martiri di nome Evaldo, il primo detto Nero, l’altro Bianco: sacerdoti di origine inglese, formati sull’esempio di san Villibrordo e dei suoi compagni, passarono in Sassonia e, avendo cominciato a predicare Cristo, catturati dai pagani, subirono il martirio.
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