La vita del santo è tramandata attraverso un'opera intitolata "Vita Beati Anselmi Episcopi et Confessoris", risalente al VII-IX secolo. Il testo originale, purtroppo perduto a causa dei moti napoleonici del 1810, è pervenuto fino a noi grazie a una copia custodita nella biblioteca degli Agostiniani di Orvieto.
Anselmo nacque in una famiglia agiata nella città di Bomarzo o nella sua frazione, Mugnano in Teverina. I suoi genitori, devoti cristiani, lo educarono fin da giovane allo studio delle Sacre Scritture e all'assistenza ai bisognosi. Dopo la loro morte, seguendo gli insegnamenti ricevuti, Anselmo donò tutti i suoi averi ai più bisognosi e si ritirò in vita contemplativa.
Quando il vescovo di Bomarzo morì, il clero cittadino si riunì per eleggere il successore. Dopo giorni di preghiera e digiuno, una voce nel duomo proclamò: "Eleggete per vescovo Anselmo, perché ne è degno". Così, acclamato dal clero e dal popolo, Anselmo venne insediato sulla cattedra episcopale dopo aver ricevuto gli ordini sacri.
La tradizione narra numerosi miracoli compiuti da Anselmo in vita e dopo la sua morte, tra cui l'esorcismo di posseduti e la resurrezione dei morti. Tra i più celebri, vi sono quelli riguardanti l'invasione di Bomarzo da parte dei Goti di Totila, dove Anselmo avrebbe fatto invocare l'aiuto di Dio per sconfiggere gli invasori.
Sentendo avvicinarsi la sua fine, Anselmo pregò con i sacerdoti e i diaconi fino all'ultimo momento. Morì serenamente il 24 aprile di un anno non precisato del VI secolo, e le sue spoglie furono sepolte nella chiesa di Santa Maria.
Bomarzo celebra solennemente Sant'Anselmo due volte all'anno: la prima tra il 23 aprile e il 1º maggio, in ricordo della sua morte, e la seconda la terza domenica di giugno, commemorando la traslazione delle sue spoglie nel 1647. La città è profondamente legata alla figura del santo, onorandolo con festività e riconoscimenti.
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