Anisio visse a Tessalonica circa un secolo dopo S. Anisia, che viene oggi commemorata nel calendario ortodosso, ed è probabilmente stato nominato in tal modo in sua memoria. Diventò vescovo nel 383, quando S. Ambrogio (7 dic.) scrisse encomiando il suo zelo ed esprimendo grandi speranze per il suo episcopato.
Nella storia della Chiesa è conosciuto grazie alla carica di vicario patriarcale conferitagli da papa S. Damaso (11 dic.), elezione che diventò poi oggetto di discussione fra Roma e Costantinopoli. I suoi poteri furono confermati dai due papi successivi.
Il vescovo Anisio era un grande sostenitore di S. Giovanni Crisostomo (13 set.) e si recò a Costantinopoli per appoggiarne la causa. Nel 404, insieme ad altri quindici vescovi macedoni, fece appello a papa Innocenzo in favore di Crisostomo, dopo che era stato esiliato dalla sua sede. Crisostomo scrisse quindi ad Anisio ringraziandolo per il suo interessamento. Fu durante l'episcopato di Anisio che avvenne il terribile massacro di Tessalonica, per il quale successivamente l'imperatore Teodosio fece atto di contrizione (v. S. Ambrogio, 7 dic.). Le virtù del vescovo Anisio furono molto lodate da papa S. Innocenzo I (12 mar.) e da papa S. Leone Magno (10 nov.). Anisio è nominato nel Martirologio Romano, ma attualmente si pensa non abbia subito il martirio, sebbene molti membri del suo gruppo siano diventati martiri.
MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione di sant’Anisio, vescovo di Salonicco, che, costituito dai Romani Pontefici vicario apostolico nell’antico Illirico e colmato di lodi da sant’Ambrogio, fiorì al tempo dell’imperatore Teodosio.
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