Abramo fu il padre dei viventi. Noè, il padre degli scampati. Abramo, il padre dei credenti, perché ebbe fede, credette nelle promesse del Signore e rispose sempre di sì, facendo la volontà di Dio senza incertezze e senza riluttanza.
Viveva in una grande e ricca città della Caldea, dove i palazzi si coronavano di giardini e dove i templi toccavano il cielo coi loro fastigi, non ad adorare però il vero Dio, ma idolatricamente il sole e la luna.
Una notte, mentre dormiva nel suo splendido palazzo, Dio lo chiamò: «Abramo, esci dalla tua terra, abbandona la tua patria, la tua città, la tua casa. Rinunzia alla tua vita. Io ti farò capo di un popolo grande e il tuo nome sarà benedetto da tutte le nazioni».
Abramo seguì la vocazione e rispose: «Eccomi». Lasciò la sua ricca casa, la sua bella città e la sua comoda vita per obbedire al Signore. Divenne pastore e visse sotto la tenda nella nuova terra assegnatagli da Dio, che si chiamava Canaan. Lo seguì la moglie Sara, fedele ed intrepida, saggia e austera, ma sterile, e quindi rattristata dalla malinconia di non essere madre.
Da quarant’anni Abramo viveva come pastore e già toccava i cento anni, mentre Sara ne aveva ottanta. Il fiore della speranza sembrava ormai appassito nell’anima dei due sposi. Ma una notte il Signore lo chiamò fuori della tenda e gli disse: «Abramo, guarda il cielo. La tua discendenza sarà più numerosa e più fulgida di tutte le stelle che vedi nel cielo».
Abramo attese fiducioso. Un giorno d’estate tre giovani biancovestiti si presentarono alla sua tenda. Abramo li accolse con benevolenza e chiese a Sara di preparare tre pani di fior di farina e di cuocere il vitello più tenero. Mentre mangiavano, gli ospiti dissero: «L’anno venturo Sara ti darà un figlio». Sara, ascoltando da sotto la tenda, rise. L’anno seguente partorì un figlio, chiamato Isacco, che significa “riso”.
Dopo alcuni anni giunse il giorno della prova. Isacco era cresciuto florido e ridente, ma una notte Abramo udì ancora la voce del Signore, che gli ordinava la cosa più atroce che potesse immaginare: «Prendi il tuo Isacco e vai sul monte che ti indicherò. Ucciderai il figlio in sacrificio».
Anche questa volta Abramo obbedì. Prese il bambino, il coltello del sacrificio e la legna per il fuoco. Giunto sul monte drizzò l’altare, vi pose sopra il figlio e si preparò al sacrificio. Quando già aveva alzato il coltello, la voce di Dio lo chiamò: «Abramo, Abramo!» — «Eccomi, Signore!» — «Sciogli il fanciullo e sacrifica il capro che ti è accanto. Ora ho conosciuto davvero che temi Dio e che gli sei fedele fino al sommo sacrificio».
Sul viso rugoso di Abramo si sciolse allora il pianto della consolazione. Rideva e piangeva, mentre nell’aria risuonavano le parole della benedizione divina: «Io ti benedirò e moltiplicherò la tua discendenza come le stelle del cielo, come la rena che è sul lido del mare. E nel tuo nome saranno benedette tutte le nazioni della terra».
Adamo era stato il padre di tutti gli uomini, di coloro che vivono e muoiono, che si salvano e che si perdono. Ma Abramo è il padre di tutti coloro che si salvano, il padre degli eletti, il padre di coloro che, ascoltando e seguendo la vocazione divina, credono in Dio e nelle sue promesse.
Sara, sua moglie, è chiamata da Isaia la madre del popolo eletto, mentre San Paolo la indica come simbolo della libertà cristiana, in contrapposizione ad Agar, la schiava che aveva dato ad Abramo un figlio prima di Isacco, e che rappresenta la schiavitù.
Quello della schiava Agar e di suo figlio Ismaele è uno degli episodi più penosi della Bibbia, ma va interpretato nel senso allegorico: Ismaele rappresenta il figlio della schiava, mentre Isacco è il figlio della donna libera, dalla quale discende il popolo eletto, libero e guidato soltanto da Dio, Padre amoroso e non tiranno.
MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione di sant’Abramo, patriarca e padre di tutti i credenti, che, chiamato da Dio, uscì dalla sua terra, Ur dei Caldei, e si mise in cammino per la terra promessa da Dio a lui e alla sua discendenza. Manifestò, poi, tutta la sua fede in Dio, quando, sperando contro ogni speranza, non si rifiutò di offrire in sacrificio il suo figlio unigenito Isacco, che il Signore aveva donato a lui già vecchio e da una moglie sterile.