Secondo quanto riferito da un carme scritto da papa Simmaco custodito in un oratorio dedicato proprio a San Sossio quest'ultimo sarebbe stato un diacono della chiesa di Miseno, in Campania, dove avrebbe subito il martirio insieme ad un vescovo di cui non si conosce il nome, verosimilmente quello di Miseno, al quale egli rimase fedele sino alla morte. Da questa testimonianza si discosta l'antica Passio San Ianuarii, secondo la quale sarebbe stato il vescovo Gennaro a seguire Sossio nel martirio. Al di là di queste scarne e contrastanti notizie, nulla più è dato sapere di San Sossio, il cui culto fu molto vivo almeno nei primi secoli, diffuso tra la Campania e il Lazio, come testimoniano i numerosi monumenti e mosaici a lui dedicati. Le sue reliquie, un tempo custodite insieme a quelle di San Severino di Norico, attualmente si trovano nella chiesa di Frattamaggiore, dove sono ancora oggetto di venerazione.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Capo Miseno in Campania, san Sossio, diacono e martire, che, come riferisce il papa san Simmaco, desiderando sottrarre il suo vescovo alla morte, trovò invece inseme a lui la morte, ottenendo a ugual prezzo ugual gloria.
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