Di questo Santo, che fu uno dei più illustri del secolo XIV e uno dei più cari a tutta la cristianità, si hanno poche notizie. Oriundo di Montpellier (Francia), della sua giovinezza si narrano cose meravigliose. Ventenne, rimasto privo del padre e della madre, distribuì parte dei suoi beni ai poveri e parte li donò ad uno zio paterno. Quindi, vestitosi da pellegrino, si avviò elemosinando alla volta di Roma, per visitare il centro del Cristianesimo, sede della verità e della civiltà, e per vedere il Pastore Supremo dei popoli e delle nazioni, il Papa.
Nell'attraversare le contrade della nostra bella Italia, seppe che la peste faceva strage in parecchie parti della penisola. Ed ecco S. Rocco nel genovesato, in Toscana, a Cesena, a Rimini e specialmente ad Acquapendente farsi consolatore dei poveri ammalati ed operare prodigi di cristiana carità. Fu salutato ovunque quale salvatore, ed in Roma il suo nome risuonò in benedizione. Ma egli schivava la lode e per evitarla, poco dopo aver soddisfatta la sua pietà, lasciò la Città Eterna e si portò a Piacenza, dove infieriva allora il morbo fatale. Qui il suo apostolato ebbe del meraviglioso, dell'eroico, del sovrumano, e Dio lo benedisse talmente, che gli bastava alle volte un segno di croce per rendere la sanità anche, a molti.
Ma infine anch'egli fu attaccato dalla peste: per non essere di peso a nessuno si ritirò in un antro fuori della città, dove, consumato da febbre, soffrì dolori indicibili. La Divina Provvidenza però (come già un giorno al grande Anacoreta della Tebaide), quotidianamente gli inviava un
pane per mezzo di un cane. Guarito per grazia di Dio e per l'aiuto datogli da un pio signore, che sulle orme del cane aveva rintracciato il povero sofferente, Rocco lasciò Piacenza e si ritirò in Francia. Quivi, creduto una spia, connivente lo stesso suo zio, a cui aveva lasciato parte dei suoi beni, fu messo in prigione. Passò quindi i suoi ultimi anni sconosciuto.
Alla sua morte, avvenuta come si ritiene il 16 agosto 1378, furono udite voci di fanciulli che gridavano: È morto il Santo! E le campane suonarono a festa da sole. S. Rocco era passato a ricevere il premio delle sue fatiche e delle sue opere buone.
Si seppe la storia della sua santa vita da uno scritto da lui lasciato all'edificazione dei posteri, ma più di tutto la sua santità ci fu resa nota dagli innumerevoli miracoli che la Provvidenza operò sulla sua tomba gloriosa. La devozione a S. Rocco è universale ed è invocato contro le malattie contagiose.
PRATICA.
Visitiamo ed aiutiamo gli infermi, preghiamo per essi. PREGHIERA.
O Dio, che concedeste a S. Rocco la grazia di guarire col segno della croce quelli che erano infetti di peste, noi vi supplichiamo per i suoi meriti e per sua intercessione, di preservarci dal contagio e dalla morte subitanea ed improvvisa. MARTIROLOGIO ROMANO.
In Lombardia, san Rocco, che, originario di Montpellier in Francia, acquistò fama di santità con il suo pio peregrinare per l’Italia curando gli appestati. LE RELIQUIE
La città di Voghera, in Lombardia, fu il primo luogo di sepoltura del corpo di San Rocco. Qui, i suoi resti mortali furono deposti in una cassa di legno di noce sotto l'altare maggiore della chiesa di Sant'Enrico. All'interno della cassa, un cartoncino riportava la scritta latina "Hic iacuit corpus sancti Rochi" (qui giace il corpo di San Rocco), a testimonianza della sacralità di quel luogo.
Secondo la tradizione, nel febbraio del 1485, i resti di San Rocco furono trafugati e trasferiti da Voghera a Venezia. Tuttavia, studi recenti suggeriscono che questo spostamento non fu il risultato di un furto, ma piuttosto di una compravendita avvenuta nel 1483. In ogni caso, una parte delle ossa di un braccio del santo rimase a Voghera, mantenendo così un legame indissolubile tra la città lombarda e il santo.
Il 13 marzo 1485, il patriarca di Venezia, Maffeo Girardi, comunicò al Consiglio dei Dieci l'avvenuta traslazione delle reliquie del santo. Inizialmente, la reliquia fu collocata provvisoriamente nella chiesa di San Geminiano, poi nel palazzo del patriarca di Grado, presso la chiesa di San Silvestro. Fu solo il 3 marzo 1490 che i resti di San Rocco trovarono la loro dimora definitiva nella nuova chiesa a lui dedicata a Venezia.
Nel 1575, su volere di papa Clemente VIII, una reliquia del santo, precisamente un osso del braccio, fu trasferita da Venezia a Roma, dove venne custodita nella basilica di San Sebastiano fuori le mura. Il 28 ottobre 1597, la reliquia fu traslata nella chiesa di San Rocco all'Augusteo. Anticamente, questa preziosa reliquia veniva esposta solennemente ogni anno la seconda domenica dopo Pasqua, mentre oggi è itinerante nelle comunità che venerano il santo, mantenendo viva la sua valenza spirituale.
Nel 1856, un'altra porzione delle reliquie, una tibia, fu donata dalla chiesa veneta all'abate Recluz di Montpellier. Questa reliquia, accolta con otto giorni di festa, è oggi custodita nel santuario di San Rocco a Montpellier. Al suo arrivo, venne esaminata da una commissione composta da professori della facoltà di medicina dell'Università di Montpellier, a conferma della sua autenticità. La città natale del santo conserva anche il presunto bastone del taumaturgo, un altro simbolo della sua presenza spirituale.
Una delle rare esposizioni temporanee del corpo di San Rocco lontano da Venezia avvenne nel 1995, quando il cardinale Marco Cé, patriarca di Venezia, acconsentì a far esporre le reliquie presso la chiesa di San Rocco di Vernazza a Genova. Questo evento rappresentò un momento di profonda devozione e fece riaffiorare la figura del santo nel cuore dei fedeli genovesi.
ICONOGRAFIA
Nell'iconografia San Rocco spicca sicuramente per gli attributi inconfondibili che sottolineano la sua vita di apostolato tra i malati. Fra gli attributi più importanti vi è sicuramente il cane che fu per il Taumaturgo il segno tangibile della Divina Provvidenza che lo soccorse nelle condizioni di bisogno estremo. È simbolo della sua fedeltà alla chiamata divina.
titolo San Rocco
autore Raimondo Butera anno 1838
La conchiglia ricorda il pellegrinaggio a Santiago, ogni pellegrino che si recava in Galizia prelevava la conchiglia dalle spiagge, come segno dell’avvenuto pellegrinaggio. È simbolo della perseveranza: la vita di fede è per il discepolo è un cammino di fedeltà rinnovabile nelle cadute.
La piaga ricorda il morbo della peste che il Santo contrasse nei pressi di Piacenza. È simbolo della carità cristiana.
L'Angelo Celeste è l'anello che congiunge l'esperienza terrena del Santo alla presenza Divina che infonde coraggio, specie nei momenti di sofferenza solitarie e di umana ingratitudine. È simbolo della presenza Divina, che accompagna i passi del quotidiano
titolo San Rocco
autore Carlo Alberto Baratta anno 1640 - 1660
Il bastone richiama i lunghissimi cammini del pellegrino, con cui esercitò la carità in maniera insigne ed eroica, lenendo piaghe fisiche e morali, asciugando lacrime e consolando gli afflitti. È simbolo del pellegrinaggio della vita, un cammino verso l’Eterno
La “Croce rossa”, presente in poche riproduzioni, ricorda la voglia a forma di croce che aveva sul petto fin dalla nascita. È simbolo della predilezione divina ad essere Apostolo di Carità.
titolo San Rocco
autore Ambito veronese anno 1821
Il pane fu il sostegno nella famosa pausa a Piacenza, dove il Santo si isolò perché malato. Un cane gli portava l’alimento, prelevandolo dalla mensa del suo padrone Gottardo. È il simbolo dell’Eucarestia, sostegno nel cammino della vita.
La zucca o borraccia richiama ancora una volta il pellegrinaggio, custodiva l’acqua per lenire l’arsura nel cammino. È simbolo della sete del divino che c’è in ogni uomo.
titolo
autore Alessandro Zamboni anno 1863
Il sanrocchino è sempre un abito legato al pellegrinaggio, mantello corto di tela, che serviva a proteggere dalle intemperie. È simbolo della protezione divina e del senso della come pellegrinaggio verso l’Eterno.
La tavoletta fa memoria della scena agiografica in cui si racconta della grazia chiesta nel momento della morte da San Rocco: Il Signore accoglie la preghiera sincera dei suoi figli: Rocco anche in morte si mostra uomo di Carità. È simbolo della comunione dei Santi e quindi della preghiera di intercessione.
titolo Bernardo Strozzi
autore san-rocco-bernardo-strozzi.jpg anno 1640
La Corona del Rosario che compare poche volte ricorda la sua vita di preghiera del Rosario che nasce proprio nel periodo storico in cui visse Rocco di Montpellier. È simbolo dell'orazione cristiana semplice e quotidiana.
Di notevole pregio il polittico di San Rocco, opera di Antonio Gandino, si compone di una grande tela centrale centinata, raffigurante il santo, contornata da undici tele quadrate più piccole, dove sono narrati altrettanti episodi della sua vita. In ordine, dal primo in basso a sinistra all'ultimo in basso a destra, si trovano:
I genitori di san Rocco invocano alla Beata Vergine la grazia della sua nascita, Nascita di san Rocco a Montpellier, San Rocco distribuisce i suoi beni ai poveri, Confessione di san Rocco prima del pellegrinaggio in Italia, San Rocco riceve la comunione a Roma, San Rocco riceve la benedizione di papa Urbano V, San Rocco soccorre gli appestati, San Rocco benedice un gregge, San Rocco ammalato riceve un pane da un cane, San Rocco in preghiera riceve l'illuminazione divina e Morte di san Rocco ad Angera. titolo Polittico di San Rocco
autore Antonio Gandino anno 1590