Niceta nacque a Cesarea di Bitinia (attuale Turchia) intorno al 760; sua madre morì quando era ancora bambino e suo padre entrò in un monastero lasciando Niceta alle cure di una nonna, finché non ebbe un'età adatta per entrare egli stesso in monastero e riceverne l'istruzione. Divenne monaco nel monastero di Medikion sul monte Olimpo, fu ordinato sacerdote nel 790 e fu chiamato a dirigere il monastero nell'813, assumendosi la responsabilità del suo ampliamento (la comunità raggiunse la cifra circa di cento membri).
Assieme ad altri monaci, fu convocato a Costantinopoli dall'imperatore Leone l'Armeno (813-820), che aveva deposto il patriarca S. Niceforo (13 mar.) poiché si era rifiutato di sostenere l'iconoclastia (attacco al culto delle immagini sacre perché giudicato idolatra) dell'imperatore. Niccta e gli altri monaci rifiutarono di sostenere l'imperatore e il suo patriarca fantoccio, così furono esiliati. Niceta fu mandato in una fortezza e tenuto prigioniero in una cella senza soffitto, obbligato a dormire sul terreno esposto a neve e pioggia. Riportato a Costantinopoli, si rappacificò con l'imperatore, ricevendo la comunione dalle mani del falso patriarca. suoi amici gli consigliarono di non continuare a sostenere l'imperatore, ed egli presto si pentì della debolezza mostrata nell'arrendersi; tornato a Costantinopoli, denunciò in pubblico le azioni dell'imperatore. Fu esiliato una seconda volta e tenuto confinato in una prigione sotterranea senza una razione adeguata di cibo c acqua. Quando l'imperatore fu assassinato (820), il suo successore rilasciò tutti i prigionieri della persecuzione e Niceta visse il resto della sua vita in un eremo vicino alla città imperiale, respingendo tutti gli inviti a tornare al suo monastero per il rimorso di avere compromesso le proprie idee e dato scandalo ai suoi seguaci. Alla sua morte, avvenuta nell'824, i suoi resti furono portati in trionfo a Mcdikion.
MARTIROLOGIO ROMANO. Nel monastero di Medikion in Bitinia, nell’odierna Turchia, san Niceta, egúmeno, che patì il carcere e l’esilio sotto l’imperatore Leone l’Armeno per aver difeso le sacre immagini.
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