San Mercurio di Cesarea di Cappadocia
Nome: San Mercurio di Cesarea di Cappadocia
Titolo: Martire
Nascita: Cappadocia, Turchia
Morte: III secolo, Cappadocia, Turchia
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Come S. Menna (11 nov.) e S. Giorgio (23 apri), S. Mercurio è uno dei cosiddetti santi guerrieri, molto popolari in Oriente; come gli altri fu indubbiamente una persona realmente esistita che morì per la propria fede, ma i suoi vari acta, che hanno molto in comune con quelli degli altri martiri, sono tutte versioni di una leggenda religiosa, secondo cui era il figlio di un ufficiale sciita a Roma, anche lui soldato di successo, che raggiunse il rango di primicerius. Quando la città fu minacciata dai goti, durante il regno dell'imperatore Decio (249-251), Mercurio incoraggiò l'imperatore c, armato di una spada, donatagli da un angelo, condusse le truppe imperiali a una grande vittoria. Notando che Mercurio non era presente alla cerimonia d'offerta di sacrificio agli dèi, che tradizionalmente seguiva una tale vittoria, Dccio lo mandò a chiamare per scoprirne il motivo. Quando Mercurio gettò via il mantello e la cintura da militare, insistendo che non avrebbe rinnegato Cristo, Decio, che temeva di sollevare la collera del popolo di Roma, lo fece portare a Cesarea in Cappadocia, dove fu torturato e decapitato.
Secondo il sinassario alessandrino, il santo guerriero apparve in cielo, cingendo una spada e brandendo una lancia, con la quale uccise l'imperatore infedele. Si dice anche che sia apparso ad Antiochia, con S. Giorgio e S. Demetrio (8 ott.) ai soldati della prima crociata. In arte, S. Mercurio è sempre rappresentato in abiti militari e spesso nell'atto di uccidere Giuliano l'Apostata. In Egitto, dove esistono molte chiese in suo onore, è conosciuto come Abu Sayfayn, "il padre delle spade", a causa delle armi con cui è sempre rappresentato.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Cesarea in Cappadocia, nell’odierna Turchia, san Mercurio, martire.
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