San Giuda, soprannominato Taddeo per non confonderlo con il traditore del Signore, era figlio di Cleofa e di Maria, cugina della Beatissima Vergine; parente quindi del Divin Redentore, al quale fu caro non tanto per i vincoli del sangue, quanto piuttosto per il disprezzo del mondo e per l’ardore del suo zelo.
Dopo la discesa dello Spirito Santo, predicò nelle Indie, nella Samaria e nella Siria, ma soprattutto nella Mesopotamia. Nell’anno 62, il santo Apostolo fece ritorno a Gerusalemme.
Passato poi in Persia, operò gran bene con la sua parola ispirata. Tra le conversioni da lui operate va ricordata quella di tutta la famiglia reale e di molti dignitari della corte, che ricevettero il battesimo dalle sue mani. Aprì chiese e fondò una comunità di fedeli in Babilonia. In Persia subì il martirio, suggellando col sangue i suoi insegnamenti.
Ci lasciò una bellissima lettera indirizzata a tutte le chiese dell’Oriente, in particolare ai Giudei convertiti che furono l’oggetto principale delle sue apostoliche fatiche. In essa si rivela il suo grande zelo per tener lontano dalla Chiesa ogni errore, poiché in quei tempi si erano già manifestate tre eresie: il Simonianismo, il Nicolaitismo e lo Gnosticismo.
Egli si serve, descrivendo gli eretici, di forti epiteti e di similitudini molto espressive: li chiama meteore erranti, che dopo un effimero bagliore vanno a perdersi nella notte eterna. La loro caduta deriva dall’essere mormoratori, dall’abbandonarsi all’orgoglio, all’invidia, all’amore dei piaceri sensuali e dalla negligenza nel mortificare le proprie passioni.
L’Apostolo esorta i fedeli a trattare con compassione coloro che hanno errato, a distinguere i falli che derivano da malizia da quelli che nascono da debolezza, ad allontanare gli uomini dalle eresie e dai vizi. Egli vuole che ci stia sempre innanzi agli occhi l’obbligo di edificare la carità cristiana, crescendo nell’amore di Dio e implorando la sua misericordia per i meriti infiniti di Nostro Signore Gesù Cristo.
Un giorno Taddeo incontrò in Persia l’Apostolo Simone Zelota, insieme al quale evangelizzò quel regno. La predicazione dei due Apostoli ottenne risultati eccezionali: nel giro di quindici mesi essi battezzarono a Babilonia sessantamila uomini, senza contare le donne e i fanciulli, e in tredici anni percorsero le dodici province dell’impero persiano.
Giunti nella città di Suanir (nella Colchide), ai due Apostoli fu ordinato di sacrificare nel Tempio del Sole al sole e alla luna, ma essi risposero che il sole e la luna erano soltanto creature del Dio che essi annunciavano. Allora i sacerdoti e il popolo si precipitarono su di loro: i due furono uccisi, lapidati, linciati e colpiti con una mazza.
In particolare, dopo essere stato trafitto da lance e mazze, Giuda Taddeo fu finito con un colpo d’ascia sulla testa, suggellando così la sua testimonianza di fede nel sangue.
San Giuda Taddeo è tipicamente rappresentato con una serie di attributi iconografici che lo distinguono dagli altri apostoli, soprattutto nelle opere d'arte sacra. Vediamo quali sono gli elementi più comuni della sua iconografia e alcuni esempi di opere in cui questi dettagli sono visibili.
Medaglione con il volto di Cristo: Uno degli elementi più distintivi di San Giuda è il medaglione o un disco che porta al petto, raffigurante il volto di Gesù.
Bastone o clava: Un altro attributo comune è il bastone, una clava o un'ascia. Questi strumenti sono legati alla sua morte da martire, indicandone l’iconografia come apostolo che ha sacrificato la propria vita per diffondere il Vangelo.
Fiamma sulla testa: A volte, nelle rappresentazioni, appare una fiammella sulla testa di San Giuda, simbolo della Pentecoste, quando lo Spirito Santo discese sugli apostoli sotto forma di lingue di fuoco.
Libro o pergamena: In alcune opere, tiene in mano un libro o una pergamena, a simboleggiare il suo ruolo di apostolo e l'epistola che gli viene attribuita nel Nuovo Testamento.
San Giuda Taddeo di Georges de La Tour (XVII secolo): Questo dipinto è una delle opere più notevoli in cui San Giuda viene rappresentato con un bastone e uno sguardo intensamente spirituale, circondato da un’atmosfera di penombra che caratterizza lo stile di La Tour. La luce sembra provenire da una fonte non visibile, creando un senso di mistero e riverenza.
Statua di San Giuda Taddeo: Nella Basilica di San Giovanni in Laterano, una statua imponente di San Giuda Taddeo lo raffigura con la clava. È una rappresentazione classica che segue la tradizione iconografica del santo.
Queste opere mostrano la coerenza dell'iconografia di San Giuda Taddeo attraverso i secoli, sottolineando la sua figura come apostolo fedele e protettore, invocato per i casi difficili e disperati.
San Giuda Taddeo è invocato come patrono dei casi disperati e delle situazioni senza speranza, ed è considerato un potente intercessore per ottenere miracoli "impossibili". A differenza di Giuda Iscariota, noto come il traditore di Gesù, San Giuda Taddeo proseguì la sua missione di fede, predicando anche dopo la crocifissione e diffondendo il cristianesimo in territori come Arabia, Siria e Mesopotamia. Si dice che, in soli 15 mesi, abbia convertito e battezzato 60.000 persone a Babilonia, e ancora oggi, in Iraq, il cristianesimo è la seconda religione più praticata.
Il suo nome, "Taddeo" o "Lebbeo", deriva dall'aramaico e significa "coraggioso" o "di cuore", e rappresenta il suo spirito generoso. Durante l’Ultima Cena, è l’unico apostolo a preoccuparsi del futuro dell'umanità, mostrando un'attenzione particolare per il "mondo" (Giovanni 14,22). Come visto è spesso rappresentato con un medaglione che raffigura il volto di Gesù; secondo alcune tradizioni, questo sarebbe il Mandylion, una reliquia con l’effige di Cristo, che fu poi trasportata a Costantinopoli prima di scomparire durante la quarta crociata. Alcuni studiosi ipotizzano che il Mandylion possa essere stato la Sindone di Torino, piegata in modo da mostrare solo il volto.
San Giuda Taddeo era cugino di Gesù sia per parte paterna che materna. Figlio di Alfeo, fratello di San Giuseppe, e di una cugina della Vergine Maria, si dice che fosse anche lo sposo di Cana, menzionato nei Vangeli. La sua lettera, inclusa nel Nuovo Testamento, è considerata profetica: parla del patriarca Enoc e mette in guardia contro coloro che vivono solo seguendo le loro passioni. Esorta i fedeli a costruire la loro fede e a pregare nello Spirito Santo, raccomandando la misericordia e la compassione verso gli incerti.
