San Gerardo Sagredo

San Gerardo Sagredo
Nome: San Gerardo Sagredo
Titolo: Apostolo d'Ungheria
Nascita: 23 aprile 980, Venezia
Morte: 24 settembre 1046, Pest, Ungheria
Ricorrenza: 24 settembre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Protettore:
dei tutori


In base a una tradizione del xvi secolo, Gerardo, chiamato talvolta con il soprannome dalmata Sagredo, nacque a Venezia all'inizio dell'xi secolo. La prima biografia afferma che nacque il 23 aprile, data in cui fu anche battezzato, e che all'età di circa cinque anni si ammalò gravemente, tuttavia grazie alle preghiere dei monaci del monastero benedettino di S. Giorgio Maggiore, guarì, diventando poi monaco quando era ancora molto giovane. Non si sa se vi restò abbastanza tempo da diventare priore e poi abate, come alcuni hanno suggerito, è certo invece che, dopo avervi trascorso un certo periodo, parti nuovamente per recarsi in pellegrinaggio a Gerusalemme.

Sembra che, nonostante sia partito via mare, abbia abbandonato la nave molto presto e terminato il viaggio attraversando l'Ungheria, dove attirò l'attenzione del re, S. Stefano (997-1038; 16 ago.) che gli offrì l'incarico di tutore di suo figlio, il B. Emerico (4 nov.). Gerardo accettò, e presto aggiunse ai suoi doveri la predicazione, per cui aveva un talento particolare. In occasione dell'istituzione della sede di Csankl, Stefano nominò Gerardo primo vescovo. La maggior parte del popolo della diocesi non era cristiana, e molte tendevano a essere sgarbati e maleducati, ma ciò non fermò Gerardo, che, affidandosi alla forza della preghiera incessante, lavorò duramente e instancabilmente per diffondere la fede. Trovò anche il tempo di scrivere e, sebbene la maggior parte delle sue opere sia andata distrutta, è stata conservata una dissertazione incompiuta sul Cantico dei tre giovani (Dn 3). La sua attività pastorale continuò fino alla morte di Stefano, nel 1038, quando í rivali pretendenti al trono cominciarono a combattersi, con la conseguente ripercussione contro il cristianesimo. Gerardo per diversi anni lottò per tenere unito il suo popolo, poi, il 24 settembre 1046, mentre stava celebrando la Messa in un piccolo luogo chiamato Giod sul Danubio, ebbe una premonizione che sarebbe morto il giorno stesso, perciò probabilmente non fu sorpreso quando un gruppo di soldati di uno dei pretendenti anticristiani al trono lo attaccarono insieme al suo seguito, al loro arrivo a Buda, mentre era in procinto di guadare il fiume.

Gerardo, sotto la pioggia di pietre, pregò il predecessore S. Stefano (26 dic.): «Signore, non accusarli di questo peccato, perché non sanno quello che fanno». Aveva appena terminato di pronunciare queste parole, quando fu trafitto da una lancia, trascinato su un'altura nota come Monte Kelen, e scaraventato nelle acque agitate del Danubio.

Immediatamente fu venerato come martire, e il Monte Kelen fu rinominato Gellért; le reliquie furono custodite nella cattedrale di Buda nel 1083, insieme con quelle di S. Stefano e del B. Lmerico. Nel 1333, la Repubblica di Venezia, con il permesso degli ungheresi, ne portò la maggior parte nella chiesa della B.V. di Murano, dove è ora venerato come protomartire di Venezia, e come patrono dei tutori.

MARTIROLOGIO ROMANO. In Pannonia, nel territorio dell’odierna Ungheria, san Gerardo Sagredo, vescovo di Csanád e martire, che fu maestro di sant’Emerico, principe adolescente, figlio del re santo Stefano, e morì lapidato presso il Danubio nella rivolta di alcuni pagani del luogo.

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