Nel 439 Cartagine cadde nelle mani dei vandali, sostenitori dell'eresia ariana; il vescovo del tempo, Quodvultdeus, insieme con la maggior parte del suo clero, fu abbandonato in mare su un'imbarcazione che faceva acqua. In modo fortunoso tutti riuscirono a raggiungere Napoli.
Cartagine rimase senza vescovo per quattordici anni, fino a quando Genserico, re dei vandali (ca. 390-477), permise che un altro vescovo venisse consacrato, acconsentendo così a una richiesta fatta dall'imperatore romano Valentiniano III: la scelta cadde sul prete Deogratias.
Il suo esempio e insegnamento rafforzarono la fede del popolo; fu rispettato anche da ariani e pagani.
Due anni dopo la consacrazione di Deogratias, Genserico saccheggiò Roma e tornò in Africa conducendo con sé molti prigionieri, che distribuì come schiavi tra vandali e saraceni, separando mariti da mogli e genitori da figli. Deogratias ne riscattò molti vendendo arredi d'oro e d'argento appartenenti alla Chiesa, e allestì ricoveri in due delle chiese più grandi in città, organizzando anche una distribuzione giornaliera di cibo. La sua carità suonò offensiva ad alcuni della fazione ariana: vi fu anche un tentativo di assassinio che però fallì. I suoi sforzi lo avevano consumato e morì dopo poco più di tre anni di episcopato.
Fu pianto grandemente dai prigionieri che aveva riscattato. Era venerato dal suo gregge che si voleva dividere il suo corpo per ricavarne reliquie; per evitare ciò venne sepolto segretamente mentre si celebrava la preghiera pubblica.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Cartagine, nell’odierna Tunisia, san Deogratias, vescovo, che riscattò moltissimi prigionieri condotti via da Roma dai Vandali, raccogliendoli in due grandi basiliche allestite con letti e stuoie.
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