Gregorio Magno (3 set.) scrive nei suoi Dialoghi che Cassio fu vescovo e pastore esemplare; condusse una vita di grande semplicità prendendosi cura del suo clero e del suo gregge, dando ai poveri elemosine con grande generosità. Gregorio ne fa un elogio in un'omelia.
Cassio era vescovo a Narni e la tradizione vuole che un suo sacerdote gli avesse predetto che sarebbe morto a Roma nella festa dei SS. Pietro e Paolo; allora compose il suo epitaffio e chiese di essere sepolto a Narni accanto alle spoglie della moglie Fausta, e a quelle del suo predecessore Giovenale. Quindi si recò a Roma, come faceva ogni anno in occasione della festa dei due Apostoli; per sei volte tornò in diocesi, ma il settimo anno la predizione si avverò: morì serenamente a Roma dopo aver celebrato Messa. La sua tomba è nella cripta dedicata a S. Giovenale, nella cattedrale di Narni; si dice che l'abbia disegnata lui e composto l'iscrizione che vi si trova.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Narni in Umbria, san Cassio, vescovo, che, come riferisce il papa san Gregorio Magno, ogni giorno offriva a Dio il sacrificio di riconciliazione effondendosi in lacrime e tutto quel che aveva dava in elemosina; infine, nel giorno in cui si celebra la solennità degli Apostoli, per la quale tutti gli anni era solito recarsi a Roma, dopo aver celebrato la Messa nella sua città e distribuito a tutti il corpo di Cristo, fece ritorno al Signore.
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