Situata in Campo Marzio, nelle immediate adiacenze del Collegio Romano, la Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola fu eretta a partire dal 1626 su progetto del gesuita matematico Orazio Grassi, con parziali influenze leonardiane di Carlo Maderno, e fu consacrata definitamente nel 1722.
La facciata, in due ordini con colonne e lesene corinzie, richiama quella della chiesa del Gesù e fu voluta dal cardinale Ludovico Ludovisi, nipote di papa Gregorio XV, che finanziò l’opera con oltre 200 000 scudi.
L’interno, a croce latina con navata ampia e sei cappelle laterali, converte lo spettatore in uno spazio mistico arricchito da marmi policromi e stucchi sontuosi. La celebrità della chiesa deriva dagli affreschi barocchi di Andrea Pozzo (1685‑1688), in particolare la "Gloria di Sant’Ignazio" sulla volta: una sorprendente illusione prospettica che simula una cupola e un secondo tempio “da sotto in su”. Ne risulta uno spazio visivamente dilatato, simbolo dello spirito missionario gesuita che si proietta nel mondo.
Nell’abside si trovano affreschi di Andrea Pozzo che illustrano episodi della vita di sant’Ignazio, come la visione della Storta e le sue missioni in Oriente e in Occidente. Ai lati del presbiterio si ergono opere scultoree di Pierre Legros e Camillo Rusconi, artisti tra i maggiori interpreti della plastica barocca romana.
La chiesa ospita anche le tombe di importanti santi e figure della Compagnia di Gesù. In una cappella laterale è custodito il corpo di san Luigi Gonzaga, giovane nobile mantovano entrato tra i gesuiti, morto nel 1591 a soli 23 anni per aver assistito gli appestati. La sua figura divenne simbolo di purezza e sacrificio, tanto da essere proclamato patrono della gioventù cattolica. La tomba, decorata in stile barocco, fu completata nel 1699 su disegno di Andrea Pozzo.
Un'altra tomba importante è quella di san Giovanni Berchmans, canonizzato nel 1888, anch’egli gesuita e studente esemplare, morto a soli 22 anni nel 1621. Le sue reliquie furono traslate nella chiesa di Sant’Ignazio nel 1865. La sua figura è venerata in particolare dagli studenti e da coloro che desiderano coltivare una spiritualità semplice e costante.
Accanto a questi due giovani santi, si trova la tomba del san Roberto Bellarmino, uno dei più celebri teologi della Controriforma, cardinale, docente e autore di fondamentali trattati dogmatici. Difese con rigore dottrinale la fede cattolica contro le eresie protestanti e fu proclamato dottore della Chiesa. La sua tomba, semplice e solenne, testimonia l’intreccio tra scienza teologica e santità che la chiesa vuole rappresentare.
Queste sepolture non sono solo luoghi di memoria, ma vere e proprie mete di pellegrinaggio, dove arte, santità e storia si fondono in un unico spazio di preghiera e contemplazione.
L’ingresso è gratuito (attenzione a possibili richieste di pagamento estorsive all’ingresso). La chiesa è aperta tutti i giorni dalle 09:00 alle 23:30 e offre visite guidate e audioguide; inoltre, il martedì, giovedì e sabato pomeriggio (15:00–18:00) sono organizzate visite guidate gratuite.