David Buggi nacque a Roma il 6 novembre 1999, primogenito di tre figli in una famiglia cristiana profondamente radicata nel Cammino Neocatecumenale. I suoi genitori, entrambi infermieri, lo educarono alla fede, ma David visse un’infanzia e un’adolescenza come tanti ragazzi della sua età: curioso, intelligente, sportivo, pieno di entusiasmo e a tratti ribelle. Amava il mare e praticava hockey subacqueo a livello nazionale. La sua era una vita piena e dinamica, fino a quando, a sedici anni, non cominciarono forti dolori alla gamba.
La diagnosi fu crudele: osteosarcoma con metastasi ai polmoni. All’inizio, David reagì come molti adolescenti avrebbero fatto: con rabbia, con paura, con domande rivolte a Dio. In preda alla delusione, dopo aver tanto pregato, si chiese amaramente: “A che serve pregare se poi capita tutto il contrario?” Tuttavia, proprio dentro quella lotta interiore iniziò un percorso di conversione profonda.
Durante una notte in ospedale, mentre pregava da solo il rosario, sentì nascere in lui una gioia improvvisa e inspiegabile. Da quel momento, accettò la malattia e cominciò a vivere ogni giorno con un senso nuovo, offrendo tutto al Signore. Disse: “Sia fatta la Tua volontà.” Quella frase divenne il suo centro, il suo rifugio, la sua forza. Pur tra dolori fisici e incertezze, trovò una pace straordinaria.
Negli ultimi mesi della sua vita, molte persone andarono a trovarlo in ospedale. Sapeva leggere i cuori, sentiva il bisogno degli altri e chiedeva a un sacerdote amico di parlare al suo posto, mentre lui restava in silenzio a pregare per ciascuno. Morì il 18 giugno 2017, giorno del Corpus Domini, a soli diciassette anni, ma con un cuore pienamente maturo nella fede. Chiese a Dio soltanto che sua madre non soffrisse troppo, e la sua famiglia racconta di aver ricevuto proprio questa grazia: oggi vive nella pace, certa che David interceda per loro.
La sua testimonianza ha toccato profondamente tanti giovani, diventando una presenza viva nella memoria della comunità cristiana. Alcuni definiscono l’ultimo anno della sua vita il più bello, perché visse pienamente unito a Cristo. La sua figura rimane oggi quella di un giovane laico che ha saputo trasformare il dolore in offerta, la ribellione in preghiera, la morte in speranza.