Nacque all'inizio del XV secolo a Perti nei pressi di Finario (l'attuale Finale Borgo), non lontano da Genova, Damiano Furcheri entrò giovanissimo nell'Ordine dei domenicani, diventando in breve tempo noto in tutto il territorio lombardo e ligure.
I suoi contemporanei parlano di lui come di un predicatore erudito ed efficace, zelante nella conversione delle anime.
Apparteneva alla branca riformata dell'ordine, particolarmente attiva nell'Italia settentrionale e alla quale il maestro generale dell'ordine, Marziale Auribelli, diede la possibilità di eleggere un proprio vicario generale.
Il riconoscimento giuridico della congregazione domenicana lombarda venne nel 1459 sotto papa Pio II, e la riforma, scontratasi inizialmente con una feroce opposizione, nel Cinquecento si diffuse al punto da estendersi di fatto a tutto l'ordine senza grandi traumi e scissioni.
Poiché questo movimento di rinnovamento costituiva una grande forza per restaurare la retta fede e un'osservanza più fedele, papa Pio II ordinò che la riforma fosse introdotta nel convento di Reggio Emilia e affidò a Damiano l'incarico di portare a termine la missione.
Qui egli morì nel 1484; il suo reliquiario divenne popolare grazie ai miracoli attribuiti alla sua intercessione e il suo culto, diffusosi ampiamente, fu ufficialmente approvato nel 1848.
Tra gli scritti di Damiano pervenuti a noi, si trovano una serie di omelie sulle stagioni dell'anno e le feste dei santi e un libro di pie meditazioni.
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