Fiorina Cecchin nacque in una famiglia numerosa di ambiente contadino. Fin da giovane manifestò il desiderio della vita religiosa; dopo primi impedimenti per motivi di salute, venne accolta tra le Suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, nella “Piccola Casa della Divina Provvidenza” di Torino.
Entrò come postulante il 27 agosto 1896; iniziò il noviziato il 2 ottobre 1897 ed emise la professione religiosa il 6 gennaio 1899, assumendo il nome di suor Maria Carola. Svolse i primi servizi in cucina e nella gestione domestica presso comunità e opere legate alla Casa madre.
Animata da forte zelo missionario, partì per il Kenya nel 1905. Operò in varie stazioni missionarie (tra cui Limuru, Tuthu, Iciagaki, Mugoiri, Wambogo e Tigania-Meru), dedicandosi ai poveri e agli ammalati, all’istruzione elementare e al catechismo, e guidando le comunità come superiora quando necessario.
Le condizioni furono spesso difficili per clima, risorse scarse e distanza culturale; eppure la sua carità pratica e la serenità della fede lasciarono un segno profondo. Amava ripetere: «’Na bôna mort a pagrà tut» (“Una buona morte pagherà tutto”).
Dopo circa vent’anni di missione, a seguito di decisioni superiori, si predispose il rientro delle suore in Italia. Suor Maria Carola scelse di essere l’ultima a partire. Durante il viaggio di ritorno, a bordo del piroscafo Porto Alessandretta, morì il 13 novembre 1925 nel Mar Rosso; per le norme sanitarie del tempo, il suo corpo venne affidato alle acque.
L'evento accadde nel 2013 tra Gatunga e Matiri, nel Tharaka (Meru, Kenya). Il 14 aprile 2013 una donna si recò in un ospedale per partorire ma venne poi trasferita in un altro ospedale, distante circa due ore di auto, per effettuare un taglio cesareo in urgenza. Partori su una Land Rover durante il tragitto. Il neonato si presentava cianotico, con assenza di riflessi, senza tono muscolare, non piangeva. A distanza di un minuto, l’infermiere lo definì “nato morto”. Vani risultarono i tentativi di stimolazione e di rianimazione; a dieci minuti dalla nascita, il neonato non mostrava alcuna comparsa dei parametri vitali.
Nel frattempo la madre era peggiorata e presentava una grave emorragia, per cui l’attenzione dei presenti veniva rivolta a lei, che chiedeva continuamente se il bambino fosse vivo. Fu allora che la suora che era in auto con loro, invocò Maria Carola Cecchin. A 30 minuti dalla nascita, il neonato cominciò a presentare movimenti al torace e agli arti e comparvero l’attività cardiaca, il tono muscolare ed i riflessi; il colorito diventò sempre più roseo e il neonato cominciò a piangere.
I genitori del bambino, di religione metodista, pur non conoscendo la Beata, ritennero sin da subito che il figlio fosse vivo per un miracolo, tanto che i nonni aggiunsero al suo nome quello di “Kiama”, che significa “Miracolato”.
Maria Carola Cecchin fu beatificata in Kenya il 5 novembre 2022, la memoria liturgica rimane il giorno della salita in Cielo il 13 novembre 1925.