Beata Elena Enselmini

Beata Elena Enselmini
Nome: Beata Elena Enselmini
Titolo: Monaca
Nome di battesimo: Elena Enselmini
Nascita: 1207 circa, Padova
Morte: 1231 circa, Padova
Ricorrenza: 4 novembre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
23 maggio 1695, Roma, papa Innocenzo XII


Figlia della nobile famiglia degli Enselmini di Padova all'età di 13 anni decise di entrare in un convento che ospitava, in due diverse abitazioni, le monache e i frati dell'Ordine di San Francesco, in una zona chiamata "Ara Coeli" (l'attuale Arcella), ed fu lo stesso Santo Francesco di Assisi che le impose il velo. Sant'Antonio da Padova invece la ha preparò teologicamente e moralmente.

Per sei anni la sua esperienza come Chiara Povera fu luminosa e gioiosa, nonostante il rigore della regola. Ma all'età di 20 anni, sorsero gli anni dell'oscurità, anche in senso fisico, con malattie che la lasciavano afasica; ma era soprattutto l'oscurità dell'anima che misero alla prova nel dubbio e nell'aridità spirituale. Era tentata di credere che fosse tutto inutile; che la salvezza eterna gli sarebbe sempre stata negata. Ma nei momenti di maggior disorientamento intimo, abbracciò la fede e l'obbedienza ai superiori. Con la tenacia di una volontà ben temperata, poté trovare la pace e la certezza guidata dalla Provvidenza verso un destino migliore.

La sua malattia (diventò cieca e sorda) le permise di comunicare solo con i segni dell'alfabeto, e così poté esprimere le sue visioni mistiche. Un giorno vide in Paradiso numerose anime di religiosi che vivevano in comunità, e questo la sorprese, perché pensava che fossero le penitenze a farci raggiungere il Cielo, invece le fu rivelato che era l'obbedienza e l'esercizio della penitenza erano l'unico mezzo per raggiungere il regno dei cieli.

Con un colorito aggraziato e malaticcio, negli ultimi quindici mesi di vita soffrì di febbri ripetute e rimase per tre mesi senza mangiare, bere o dire una parola. Il 4 ottobre 1231, rapita dall'estasi, vide i santi Francesco e Antonio mentre cantavano le lodi del Signore. Insomma, "paradiso in terra", fino al 4 novembre, quando morì, a 24 anni.

Si può dire che il suo corpo abbia subito un naturale processo di mummificazione alla morte e sia rimasto intatto, e le manifestazioni di fervore furono esagerate, ma rivelarono la spontaneità di una devozione popolare a questa illustre Clarissa. La sua salma, per caso fortuito, fu riposta in un'urna e custodita nella chiesetta del monastero, fino all'anno 1509, quando fu trasferita nella chiesa di Santa Maria degli Armeni, poi chiamata quella della Beata Elena. E, dal 1810, fu trasferito in quello di Santa Sofia, dove rimase fino al 23 maggio 1958, quando fu restituito alla chiesa dell'Arcella. Fu beatificata da Innocenzo XII il 29 ottobre 1695.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Padova, beata Elena Enselmini, vergine dell’Ordine delle Clarisse, che sopportò con mirabile pazienza infinite sofferenze e perfino la perdita della parola.

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