Questi tre martiri furono perseguitati in Palestina durante il governo di Firmiliano, nella grave persecuzione iniziata dall'imperatore Diocleziano (284-305). Thea fu arrestata a Gaza e minacciata di detenzione in un postribolo del luogo se non avesse rinnegato la sua fede cristiana; rimproverò Firmiliano per la sua ingiustizia, e quest'ultimo si sentì oltraggiato a tal punto dal suo ardire che la fece torturare. Valentina, una cristiana di Cesarea, era presente al processo e gridò in difesa di Thea, perciò fu arrestata e condotta all'altare pagano preparato per il sacrificio, ma poiché lo rovesciò con un calcio, fu gravemente torturata e arsa sul rogo con Thea. Paolo fu decapitato a Gaza il 25 luglio 308, e, proprio prima dell'esecuzione, pregò ad alta voce, per la diffusione dcl cristianesimo, per il giudice, l'imperatore e il carnefice.
Il racconto si basa su Eusebio (ca. 260-340), che fu vescovo di Cesarea. Si discute sul nome di Thea, che, in alcuni resoconti in siriaco, è chiamata Ennat(Na. Tl culto dei tre martiri si diffuse più in Oriente che in Occidente, ma Baronio introdusse la loro festa nel Martirologio Romano nel XVI secolo, al 25 luglio, la data offerta da Eusebio, ma separatamente, una commemorazione per Paolo e una per «Valentina e compagna».
MARTIROLOGIO ROMANO. A Cesarea in Palestina, santi Valentina, Tea e Paolo, martiri nella persecuzione dell’imperatore Massimiano, sotto il governatore Firmiliano. La vergine Valentina, che aveva rovesciato a calci un altare dedicato agli idoli pagani, dopo varie crudeli torture, corse incontro allo Sposo gettata nel fuoco insieme alla vergine Tea; Paolo, invece, condannato a morte, dopo avere ottenuto un breve tempo per la preghiera e aver implorato con tutto il cuore Dio per la salvezza di tutti, ricevette la corona del martirio con la decapitazione.
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