Il santuario di S. Dinfna a Geel (Limburgo, a est di Anversa, Belgio), di considerevole antichità e interesse, è il centro di un mirabile lavoro compiuto ai giorni nostri nella cura delle malattie mentali. È sempre stato messo in evidenza che qui si è stati tra pionieri del movimento per la cura e l'accoglienza dei pazienti "in comunità", il che significa, in Belgio, nelle case degli agricoltori e di altri residenti locali. Sfortunatamente la leggenda di Dinfna è quasi solo folclore.
Si narra che fosse figlia di un re celtico e che sua madre morì quando era ancora bambina: Dinfna crescendo assomigliò sempre più alla madre defunta c il padre si innamorò di lei. Per sfuggire a queste attenzioni incestuose, scappò, accompagnata dal suo confessore, Gerberno, ad Anversa e quindi a Gecl (a quaranta chilometri di distanza).
Suo padre li inseguì, rintracciandoli grazie alle monete da loro utilizzate, e scoprì che vivevano come eremiti. Al loro rifiuto di tornare con lui, i suoi servi uccisero il prete e il re sua figlia ed entrambi i corpi (di Dinfna e di Gerberno) furono sepolti sul posto. Quando vennero traslati, nel XIII secolo, ci furono guarigioni di molti epilettici e malati mentali ed è questo il motivo per cui Dinfna è patrona dei malati di mente.
A proposito di questa leggenda H. Delehaye, il bollandista, parla di «un adattamento del famoso racconto della pelle d'asino», ma lo stesso autore annota anche che i pazienti presso il santuario di S. Dinfna compiono il giro del coro, camminando o strisciando sotto il cenotafio della santa per nove volte e che se pur c'è qualche somiglianza tra questa pratica e quelle dell'antichità pagana (che prevedevano di infilarsi nella cavità di una pietra o nella fenditura di un albero), essa è molto remota.
Verso la fine del XIII secolo, fu costruito un ricovero per malati mentali e oggi vi è un ottimo istituto per la loro assistenza e cura. La festa di Dinfna in passato era il 15 maggio.
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