Non si sa nulla sulla prima parte della vita di San Uberto, né vi sono notizie certe su ciò che Alban Butler definì «il modo straordinario» in cui fu chiamato a servire Dio. Le leggende che lo riguardano raccontano che, da giovane, Uberto era molto appassionato di caccia e che un Venerdì Santo, invece di andare a Messa come tutti gli altri, partì a cavallo per cacciare un cervo.
Giunto in una radura nei boschi, il cervo si voltò, e Uberto rimase attonito nel vedere una croce tra le corna e nel sentire l’animale parlare: «Se non torni da Dio, Uberto» — disse — «andrai all’inferno».
Il giovane cadde in ginocchio chiedendo quale fosse il suo dovere, e gli fu intimato di cercare Lamberto, vescovo di Maastricht, che l’avrebbe guidato. La stessa leggenda è stata narrata, naturalmente, anche a proposito di San Eustachio (che non sopravvisse alla revisione del Calendario Romano del 1969).
Pur non conoscendo le circostanze esatte, si sa che Uberto entrò a servizio di San Lamberto e fu ordinato sacerdote. Quando il vescovo fu assassinato a Liegi intorno al 705, Uberto fu scelto come suo successore.
Alcuni anni dopo riportò a Liegi le reliquie di San Lamberto, sepolte a Maastricht, e le custodì nella chiesa che fece costruire sul luogo del martirio, trasformandola in cattedrale e trasferendo la sede vescovile da Maastricht a Liegi, che divenne così una città fiorente.
San Lamberto viene onorato come patrono principale della diocesi e San Uberto come fondatore della città e suo primo vescovo.
Durante i vent’anni del suo episcopato, Uberto predicò la parola di Cristo instancabilmente in tutta la diocesi, in particolare nella foresta delle Ardenne, che allora si estendeva dalla Mosa al Reno, dove il Vangelo non aveva ancora messo radici. Un memoriale contemporaneo dei santi gli attribuisce il dono del miracolo e racconta che egli ebbe la premonizione della propria morte un anno prima.
Nel maggio 727, si recò nel Brabante per la consacrazione di una chiesa e si ammalò subito dopo la cerimonia a Terveuren, vicino a Bruxelles. Morì in pace sei giorni dopo, il 30 maggio, e le sue spoglie furono seppellite nella chiesa di Saint-Pierre a Liegi.
Il 3 novembre 743 le reliquie furono traslate, data che spiega la scelta della sua festa. Nel 825 furono poi trasferite nell’abbazia di Andain (oggi Saint-Hubert), ai confini con il Lussemburgo.
I miracoli a lui attribuiti e la leggenda del cervo resero il suo culto popolare ben oltre i confini dei Paesi Bassi. Due ordini cavallereschi furono fondati sotto il suo patrocinio, uno in Lorena e l’altro in Baviera.
Tra le raffigurazioni della sua conversione vi è anche un dipinto tratto dallo studio del Maestro della Vita della Vergine del XV secolo, conservato alla National Gallery di Londra.
San Uberto è venerato come patrono dei cacciatori ed è invocato anche contro la rabbia.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Tervueren sempre nel Brabante in Austrasia, transito di sant’Uberto, vescovo di Tongeren e Maastricht, che, discepolo e successore di san Lamberto, si adoperò con tutte le forze per diffondere il Vangelo nel Brabante e nelle Ardenne, dove estirpò i costumi pagani.