Omobono nacque a Cremona, in Lombardia, nella prima metà del XII secolo. Il padre era sarto e, battezzandolo, gli diede il suo nome, che significa “uomo buono”. Pur non frequentando la scuola, imparò dal padre come condurre l’attività commerciale diligentemente e onestamente, senza mai compromettersi.
Quando ereditò l’attività paterna, considerò il mestiere un dono di Dio e un mezzo per servire la famiglia e la società. Si sposò e sembra abbia avuto diversi figli, anche se il racconto agiografico tende a presentare la famiglia in modo negativo, forse per esaltare ancor più la virtù del santo, che elargiva con generosità i propri beni ai poveri.
Conosciuto in tutta Cremona per la sua straordinaria generosità, Omobono faceva visita ai poveri nelle loro case, provvedendo alle loro necessità materiali e incoraggiandoli a condurre una vita retta. Verso i cinquant’anni decise di abbandonare il commercio per dedicarsi completamente alla carità.
I suoi concittadini ammiravano la sua bontà senza limiti e la sua profonda devozione, che fu il fondamento di tutta la sua vita. Nonostante il fervore, non appartenne ad alcun gruppo religioso laico come gli Humiliati, diffusi in quel tempo.
Omobono aveva l’abitudine di partecipare ogni sera alla Messa nella chiesa di San Egidio, dove morì il 13 novembre 1197. Stava cantando il Gloria quando incrociò le braccia sul petto e cadde a terra; all’inizio nessuno se ne accorse, credendo si trattasse di un atto di devozione, ma quando non si rialzò per la lettura del Vangelo, scoprirono che era spirato.
I cittadini di Cremona iniziarono subito a venerarlo come santo. Il vescovo Siccardo si recò a Roma per promuovere la causa di canonizzazione e nella sua cronaca scrisse: «A quel tempo, a Cremona, viveva un uomo semplice, molto fedele e devoto, che si chiamava Omobono; alla sua morte, e con la sua intercessione, Dio fece molti miracoli».
Omobono inizialmente fu sepolto nella chiesa di Sant’Egidio (oggi chiesa dei Santi Omobono ed Egidio) a Cremona. Successivamente, nel giugno 1202, il suo corpo venne traslato e fu collocato nella cripta della Cattedrale di Cremona (Duomo di Cremona), dove ancora oggi riposa.
Papa Innocenzo III (1198-1216), pienamente soddisfatto dell’inchiesta ufficiale sui miracoli e sulla vita del santo, canonizzò Omobono dopo soli due anni, nel 1199.
Patrono dei sarti e dei tessitori, il suo culto si diffuse rapidamente in Italia, Germania (dove fu conosciuto come “Gutman”), Francia, Spagna e Belgio. Diverse chiese in suo onore sorsero anche a Roma e nell’Italia settentrionale.
Omobono rappresenta una figura rara per due motivi: fu canonizzato pur essendo laico e uomo di famiglia, in un’epoca in cui la santità era quasi esclusivamente riconosciuta a religiosi o martiri; inoltre, il suo culto fu approvato ufficialmente da Roma.
La sua vita, semplice e ordinaria, rispecchia le sfide morali e spirituali che ogni uomo affronta nel conciliare il lavoro, la famiglia e la fede cristiana. La sua più grande virtù fu la dedizione assoluta al bene e la convinzione che ogni azione quotidiana potesse diventare un atto d’amore verso Dio e verso il prossimo.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Cremona, sant'Omobono, che, negoziante, mosso da carità per i poveri, rifulse nel raccogliere ed educare i ragazzi abbandonati e nel riportare la pace nelle famiglie.