Eugenia, una vergine martire romana, venne seppellita nel cimitero di Aproniano, sulla via Latina. Successivamente venne costruita una basilica in suo onore, restaurata durante l'VIII. secolo. La leggenda di Eugenia, come quella di S. Marina o S. Reparata, è un mito folcloristico popolare che presenta una donna travestita da monaco che visse in un monastero senza essere mai scoperta. Questo potrebbe essere avvenuto diverse volte alle origini del sistema monastico, visto che a quei tempi non vi erano ancora istituti monastici separati per le donne, e anche se i monaci erano molto discreti e attenti al riserbo personale, la situazione avrebbe certamente suscitato pettegolezzi, come mostra quest'esempio relativamente vago.
Secondo la leggenda, Eugenia fu accolta nel monastero con il nome di "Eugenio". Una donna chiamata Melanzia, credendola un uomo, le fece la corte, ma venne "respinta energicamente". Questo suscitò una reazione vendicativa da parte di Melanzia che la denunciò al governatore di Alessandria per molestie sessuali, e quindi tutti i monaci del monastero vennero condannati a morte. Eugenia allora rivelò di essere in realtà una donna e il monastero fu risparmiato, mentre Melanzia fu colpita da un fulmine. La storia sembra avere origini orientali e riguarda sempre Eugenia in diversi versioni; Delehaye ha commentato esaurientemente i manoscritti e dimostra che la leggenda è infondata, ma che sussistono le basi per venerare Eugenia come un'autentica martire romana. Secondo un resoconto più attendibile, la santa fondò uno dei primi monasteri femminili e condusse una vita religiosa esemplare fino al suo martirio, avvenuto durante la persecuzione dei cristiani al tempo degli imperatori Valeriano e Callieno (253-260).
MARTIROLOGIO ROMANO. Sempre a Roma nel cimitero di Aproniano sulla via Latina, santa Eugenia, martire.
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