Viene considerato il fondatore dell’Inghilterra. Non si trova iscritto nel calendario romano, ma fu oggetto di culto per via del ruolo politico e religioso da lui svolto.
Successe al fratello Ethelred all’epoca dell’invasione degli Scandinavi nell’Inghilterra meridionale e, con alcune riforme militari e con l’organizzazione di una flotta, riuscì a battere i Danesi ad Ethandun, imponendo loro una pace compromissoria. Il re danese Guthorm si convertì al cristianesimo e sottoscrisse la pace di Wedmore, secondo la quale i Danesi si sarebbero ritirati a nord d’una linea Londra–Chester e avrebbero lasciato il sud agli Anglosassoni.
Questa condizione di stabilità permise ad Alfredo di consolidare le proprie forze e di riorganizzare il regno. Grande ammiratore dei Carolingi, che aveva conosciuto in occasione di un viaggio fatto assieme al padre Ethelwulf nell’856, riorganizzò le finanze del regno e promulgò alcune leggi ispirate al Vecchio Testamento.
Cominciò a riformare la Chiesa chiamando per i suoi monasteri alcuni monaci da Saint Bertin. Fece della corte un centro di formazione amministrativa e culturale.
Tradusse e fece tradurre i classici cristiani: la Regola pastorale e i Dialoghi di Gregorio Magno, La consolazione della filosofia di Boezio, la Storia di Orosio e di Beda, e le Confessioni di Sant’Agostino. Fece comporre per sé un libro di preghiere ispirato al Salterio.
Governò con saggezza e fu tra i primi a prospettare una società formata da tre ordini: gli uomini dediti alla preghiera, gli uomini dediti alla guerra e gli uomini dediti al lavoro.
Il gallese Asser scrisse una biografia di Alfredo che ebbe grande successo e contribuì alla diffusione della sua fama di sovrano giusto e saggio.