San Vladimiro di Kiev

San Vladimiro di Kiev
Nome: San Vladimiro di Kiev
Titolo: Principe
Nome di battesimo: Vladimir Svjatoslavi?
Nascita: 960 circa, Kiev. Ucraina
Morte: 15 luglio 1015, Russia
Ricorrenza: 15 luglio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione


Vladimiro, figlio illegittimo di Svyatoslav e perciò nipote di S. Olga (11 lug.), nacque nel 960 circa e crebbe sotto la tutela della nonna. Alla morte del padre, si vide minacciato dal fratello mag-giore e andò in esilio volontario in Scandinavia, da cui ritornò nel 978 con un esercito di avventurieri. Conquistò Kiev di cui diven-ne duca, nominandosi perciò governante effettivo della Russia. Nel 981 lanciò una campagna contro i polacchi e s'impadronì di molte città importanti.

Iniziò una serie di lunghe lotte tra polacchi e russi, ma il risultato immediato fu quello di volgere l'interesse dei russi di nuovo verso l'Occidente e di portarli in contatto con gli stati cristiani, benché le probabilità di un'effettiva evangelizzazione del popolo russo fossero scarse. S. Olga aveva già tentato di convertirli, ma con po-co successo, e durante il regno di Svyatoslav furono uccisi a Kiev alcuni missionari tedeschi [solo S. Adalberto di Magdeburgo (20 giu.) sopravvisse] come risultato di una reazione pagana contro questi tentativi di introdurre il cristianesimo.

In questa situazione, la conversione di Vladimiro al cristianesimo, dopo un periodo durante cui fu attivo sostenitore della rinascita pagana, fu inaspettata.

Gli annali russi del tempo spiegano la conversione come una scel-ta ponderata di Vladimiro tra i rappresentanti delle varie religioni in competizione che si recarono a Kiev per conquistare la sua fe-de: ebrei, musulmani, cristiani tedeschi (vale a dire occidentali) e cristiani bizantini.

Una volta scelta una certa forma di cristianesimo, gli annali so-stengono che prese la decisione di adottare il modello bizantino piuttosto che quello occidentale, preferendo la vivacità della litur-gia greca rispetto alla monotonia delle celebrazioni tedesche, se-condo quanto gli avevano riferito i messi da lui inviati in Grecia: «Non sapevamo se eravamo in cielo o sulla terra, poiché sulla ter-ra non esiste un tale splendore o una tale bellezza, che siamo inca-paci di descriverla» (Dvornik).

In realtà, ovviamente, la decisione di Vladimiro fu influenzata maggiormente dalle considerazioni politiche che da quelle liturgi-che. Per alcuni anni, i rapporti tra Kiev e Costantinopoli rimasero invariati e, secondo il trattato del 971, l'imperatore poteva chiede-re l'intervento armato della Russia. Basilio II lo fece nel 987, e Vladimiro fu felice di fargli un favore, ma solo a condizione di po-ter sposare la sorella dell'imperatore.

Una tale proposta suscitò orrore nella corte imperiale, ma l'inter-vento militare fu decisivo, e sembra che in seguito Vladimiro ab-bia minacciato d'invadere l'impero se non avesse soddisfatto que-sta condizione. Fu battezzato nel 987 circa a Cherson in Crimea, e sposò la principessa Anna allo stesso tempo; Dvornik commenta che almeno quest'ultima ebbe la consolazione di sapere che per lei Vladimiro aveva messo da parte le sue cinque mogli e le ottocento concubine. Il legame con Costantinopoli accrebbe molto il presti-gio di Vladimiro, garantendogli accordi commerciali preferenziali, e consentendogli di interrompere le difficili relazioni con gli scan-dinavi, che lo avevano aiutato contro suo fratello.

La sua conversione contribuì anche a sviluppare le relazioni con l'Occidente, in particolare con la Germania.

Una volta convertitosi, Vladimiro fu un cristiano sincero e fedele per il resto della vita e deciso a convertire il suo popolo. Sostenne l'attività dei missionari greci inviati da Costantinopoli e i loro ten-tativi, dichiarando di considerare il rifiuto del battesimo come un'offesa. Non è chiaro il grado di coercizione impiegata per per-suadere il popolo ad accettare la nuova religione; i sudditi però si dimostrarono leali nei confronti Vladimiro.

Quest'ultimo costruì e attrezzò chiese e monasteri, mettendo da parte un decimo delle sue entrate per sostentare la chiesa della Vergine a Kiev, inoltre accompagnò personalmente il vescovo di Germania S. Bonifacio (Bruno) di Querfort (19 giu.) nelle terre dei peceneghi, che stava tentando di convertire.

Durante il suo regno i rapporti con Roma furono mantenuti con l'impiego di messaggeri diplomatici da entrambe le parti; come ri-sultato, Costantinopoli, spaventata dal fatto che Vladimiro diven-tasse troppo favorevole all'Occidente tanto da sfuggire al suo rigi-do controllo, concesse più autonomia alla Chiesa di Kiev e le permise di avere il suo vescovo metropolitano.

La fine del regno di Vladimiro fu turbata da alcune rivolte capeg-giate da due figli delle sue precedenti mogli; Vladimiro morì nel 1015 mentre conduceva una campagna militare contro di loro. In base alla tradizione, è stato chiamato "l'apostolo di Russia", e la conversione del paese al cristianesimo ebbe inizio dal suo regno.

La rapidità di quella conversione è stata esagerata, e con la sua morte la nuova religione probabilmente non varcò in maniera considerevole i confini della stessa Kiev e forse era limitata alla nobiltà e ai ricchi mercanti. Vladimiro fu un governante politica-mente astuto, che rafforzò il nuovo stato russo con le sue alleanze e mantenne un attento equilibrio tra Oriente e Occidente, dal punto di vista ecclesiastico e politico.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Kiev nell’odierna Ucraina, san Vladimiro principe, che ricevette al battesimo il nome di Basilio e spese le sue forze a diffondere tra i popoli a lui soggetti la retta fede.

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