Non si hanno molte informazioni su Siricio, ma si pensa che sia nato a Roma e sia stato un membro del clero romano al tempo di papa Liberio (352-366).
Fu eletto papa all'unanimità nel 384, alla morte di papa S. Damaso I (366-384; 11 clic.), del quale era stato uno dei diaconi. S. Girolamo (30 set.), senza dubbio pieno di risentimento perché non era stato scelto da Siricio come consigliere, come quando era sotto Damaso, sostiene che Siricio era una persona insignificante e piuttosto semplice, ma la realtà era in qualche modo differente. Siricio svolse i compiti di vescovo con grande energia e fu lui a pubblicare i primi decreti papali (documenti che illustrano in dettaglio la legge in modo da renderla nota).
A causa delle critiche di S. Girolamo e di S. Paolino di Nola (22 giu.), Siricio non fu inserito nell'edizione del Martirologio Romano del 1584, ma il nome fu aggiunto nel 1748 da papa Benedetto XIV. Alla sua data, è così descritto: «si distinse per la sua conoscenza, pietà e fervore religioso, per aver condannato vari eretici e per aver rafforzato la disciplina ecclesiastica con decreti benefici».
«Vari eretici» si riferisce a due in particolare: Gioviniano, un monaco che mise in dubbio il valore della verginità, negando il fatto che Maria fosse rimasta vergine dopo la nascita di Gesù Cristo, e il vescovo di Naisso (Sardica), Bonoso, che appoggiava l'opinione di Gioviniano e sosteneva che Maria diede a Giuseppe altri figli dopo la nascita di Gesù. I «benefici decreti» sono una lettera a Imerio, vescovo di Tarragona, che mise in rilievo l'autorità del vescovo di Roma, considerato il decreto papale più antico in versione integrale.
Spedito anche alla Chiesa africana, include vari provvedimenti, tra cui uno che vietava ai sacerdoti e ai diaconi sposati di dormire con le loro mogli (la prima imposizione conosciuta della Santa Sede romana a proposito del celibato dei sacerdoti). Fu Siricio a sostenere S. Martino di Tours (11 nov.) quando difese il diritto dell'eretico Priscilliano di essere giudicato dalla Chiesa, piuttosto che dall'imperatore. E fu ancora Siricio a consacrare la basilica di San Paolo fuori le mura dopo l'ampliamento effettuato dall'imperatore Teodosio I; il suo nome si può ancora vedere su un pilastro, risparmiato dall'incendio del 1823. Siricio morì il 26 novembre 399 e fu sepolto nella basilica di San Silvestro, vicino al cimitero di Priscilla.
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