Dopo Maria Santissima, San Michele Arcangelo è la creatura più gloriosa e potente uscita dalle mani di Dio. Scelto dal Signore come primo ministro della Santissima Trinità e Principe dell’esercito celeste, fu custode prima della Sinagoga e poi della Chiesa. La sua venerazione risale ai tempi più antichi, ed è testimoniata sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento, che parlano del suo potere, delle sue apparizioni, della sua intercessione e del dominio affidatogli sugli uomini dalla Suprema Bontà dell’Onnipotente. Numerosi Pontefici hanno raccomandato ai fedeli la devozione verso di lui.
La reggia terrestre di San Michele si trova nel Gargano, sul “Monte Sant’Angelo”, luogo da lui stesso scelto dopo tre meravigliose apparizioni al vescovo Lorenzo Maiorano nel V secolo. Ecco il racconto delle apparizioni:
Un ricco signore di Siponto smarrì il toro più bello del suo armento. Dopo tre giorni di ricerca, lo trovò in una spelonca quasi inaccessibile del Gargano. Irato per non riuscire a riprenderlo, tentò di ucciderlo con una freccia, ma – prodigiosamente – la freccia tornò indietro e lo ferì a un braccio. Sconvolto, si recò dal vescovo Lorenzo Maiorano, il quale indisse tre giorni di digiuno e preghiera. Al termine di questo periodo, San Michele apparve al vescovo, rivelando di essere l'autore del prodigio e annunciando che quella grotta sarebbe divenuta il suo santuario sulla terra.
Alcuni anni dopo, la città di Siponto fu assediata dall’esercito barbarico di Odoacre, re degli Eruli. I cittadini, in preda alla disperazione, si rivolsero ancora al vescovo Maiorano, il quale chiese l’intercessione dell’Arcangelo. San Michele gli apparve promettendo la vittoria. Tre giorni dopo, un terribile temporale oscurò il cielo, agitò il mare e spaventò l’esercito nemico, che fuggì in preda al panico. La città fu così salvata.
Desideroso di consacrare ufficialmente la Grotta come santuario, il vescovo Lorenzo Maiorano chiese il permesso al papa Gelasio I. Durante la notte tra il 28 e il 29 settembre, San Michele gli apparve una terza volta, dicendogli:
«Non è necessario che siate voi a consacrare questa chiesa, perché Io l’ho già consacrata. Voi celebratevi i Santi Misteri.»
Il giorno seguente, una processione composta da vescovi e fedeli salì al monte Gargano. Entrati nella Grotta, la trovarono piena di luce; al centro vi era un altare di pietra coperto da un pallio porporino. Il vescovo celebrò lì la prima Santa Messa.
Nel 1656, durante una violenta epidemia di peste che colpì Napoli e gran parte del regno, il vescovo di Manfredonia, Giovanni Puccinelli, si recò con il clero e il popolo alla Sacra Grotta per chiedere l’aiuto dell’Arcangelo. All’alba del 22 settembre, San Michele apparve avvolto in una grande luce e disse:
«Sappiate, o Pastore di queste pecorelle, che Io sono l’Arcangelo Michele; ho impetrato dalla Santissima Trinità che chiunque userà con devozione i sassi della mia Grotta, potrà allontanare la peste da case, città e da ogni luogo. Praticate e narrate a tutti questa Grazia Divina. Benedirete i sassi, scolpendo su di essi il segno della Croce con il mio Nome.»
E così la peste cessò.
Monte Sant’Angelo (Gargano)
Luogo santo e mistico, il Santuario rimane oggi meta di pellegrinaggio e luogo di profonda devozione all’Arcangelo Michele, celeste protettore del popolo cristiano.