Si dice sia stata la vita del vescovo Metrofane uno dei motivi più importanti che portarono Costantino a scegliere Bisanzio come nuova capitale dell'impero. I sinassari greci fanno di lui il figlio di Domezio, fratello dell'imperatore Probo. Convertitosi al cristianesimo Domezio si trasferì con la famiglia a Bisanzio, allora una piccola città. Era amico intimo di Tito, vescovo di Eraclea, dal quale fu ordinato presbitero. Alla morte di questi ne divenne il successore, e a sua volta fu sostituito dai figli, prima il più anziano Probo (così chiamato in onore dello zio imperatore), e poi da Metrofane, il più giovane dei suoi figli. Non è chiaro se la cattedra episcopale sia stata spostata da Eraclea a Bisanzio, o invece divisa in due quando si insediarono nella città Costantino e la sua corte, che ne fecero la capitale dell'impero. In quel periodo Metrofane era certamente vescovo della città e ne era considerato il primate.
L'età avanzata e la malattia gl'impedirono di partecipare di persona al concilio di Nicea e vi delegò il prete Alessandro, che nominò suo successore.
Una storia tramandataci da Fozio dice che Costantino si sia recato al capezzale di Metrofane morente; l'anziano patriarca disse all'imperatore che Alessandro sarebbe stato il suo primo successore, e un giovane lettore di nome Paolo, che lo assisteva, gli sarebbe poi subentrato. Metrofane morì sette giorni dopo la visita imperiale e Atanasio (2 mag.), presente come giovane diacono, esclamò: «Ecco il nobile campione di Cristo». Allora Alessandro salì alla sede patriarcale, e il giovane lettore, alla sua morte, ne divenne il successore con il nome di Paolo I (7 giu.), e in seguito subì il martirio.
Tutta la cristianità orientale venera in Metrofane un grande santo. In suo onore fu costruita una chiesa, subito dopo la morte di Costantino, restaurata nel VI secolo da Giustiniano.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Costantinopoli, san Metrófane, vescovo di Bisanzio, che consacrò al Signore la Nuova Roma.
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