San Dunstano

San Dunstano
Nome: San Dunstano
Titolo: Monaco e vescovo
Nascita: 910 circa, Baltonsborough,Somerset
Morte: 19 maggio 988, Canterbury, Inghilterra
Ricorrenza: 19 maggio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione


Sono due gli aspetti salienti della vita di Dunstan: l'aver restaurato la vita monastica benedettina in Inghilterra (a Glastonbury e altrove), e l'essere stato il più importante arcivescovo di Canterbury, sia dal punto di vista politico che ecclesiale.

Ci sono giunte cinque Vitae medievali e un celebre libro di testo a lui appartenuto a Glastonbury con un autoritratto che lo raffigura ai piedi di Cristo.

Era nato a Baltonsborough (Somerset) da una nobile famiglia imparentata per via di matrimoni con i re del Wessex. Studiò a Glastonbury, allora indiscusso centro di chierici in volontario «esilio per Cristo». Benché fosse protetto dallo zio Atelmo, arcivescovo di Canterbury, fu espulso dalla corte di re Atelstano venendo accusato di praticare la magia e di studiare poemi e favole di autori pagani (un indiretto tributo alla sua cultura). È probabile che a corte abbia sentito parlare della rinascita monastica benedettina in Burgundia e Lorena dai messi stranieri che venivano per combinare matrimoni. Trascorse alcuni anni d'incertezza sul suo futuro, pensando al matrimonio, ma poi si risolse per la vita religiosa e fu ordinato prete dal vescovo di Winchester; forse fece voti monastici in forma privata, poiché a quel tempo non c'erano monasteri maschili benedettini attivi in Inghilterra.

Tornò a Glastonbury vivendo da eremita e perfezionando le sue capacità di musico, lavoratore dei metalli e ricamatore. Nel 939 Edmondo divenne re del Wessex e Dunstan ritrovò il favore reale. Dopo essere sopravvissuto a un incidente di caccia accaduto nei pressi di Cheddar, il re nominò nel 940 Dunstan abate di Glastonbury.

Da allora (e per seicento anni) fiorì ininterrottamente la vita monastica: Dunstan attrasse discepoli, introdusse la Regula Benedicti e aggi unse nuovi edifici a questa antica abbazia.

Durante un periodo in cui i re del Wessex erano giovani e regnavano per breve tempo Dunstan conobbe alterne fortune. Durante il regno di Edred (946-955) al monastero di Glastonbury fu affidata parte del tesoro reale e Dunstan fu ricompensato con un legato di duecento sterline per i popoli del Somerset e del Devon. Sotto Edwig fu esiliato a Gand, forse perché aveva rimproverato il re per il suo comportamento pessimo durante la festa dell'incoronazione. Mentre era in esilio venne a contatto con i monasteri riformati e di stretta osservanza. Re Edgardo, una volta eletto, lo richiamò subito in patria e nel 957 Dunstan divenne vescovo di Worcester. Trasferito a Londra due anni dopo, nel 960 fu nominato arcivescovo di Canterbury. Questo evento segnò l'inizio di una fruttuosa collaborazione, sia per gli affari ecclesiastici che per quelli civili, tra un arcivescovo già maturo e un re di soli sedici anni. Nel frattempo S. Etelwold, amico e collaboratore di Dunstan, aveva rifondato l'abbazia di Abingdon ed era divenuto vescovo di Winchester (allora capitale del Wessex) nel 963. S. Osvaldo di Worcester (28 feb.) ridiede vita a Westbury-on-Trym divenendo anch'egli vescovo. Prima e dopo la sua consacrazione episcopale rivitalizzò Malmesbury, Bath, Athelncy, Muchelney e Westminster.

Una caratteristica preminente di questo monachesimo era la stretta dipendenza dalla famiglia reale, da cui riceveva garanzie di protezione e sostegno soprattutto contro il potere dei signori locali. Nei monasteri, alle preghiere consuete ne furono aggiunte alcune speciali per la famiglia reale; si registrò il fiorire della produzione libraria, di miniature e prodotti tipici delle arti monastiche. Le frequenti nomine di vescovi provenienti da monasteri erano dovute alle loro riconosciute qualità morali e intellettuali.

L'influenza di Dunstan si diffuse ben oltre i circoli monastici e di corte: egli fu infatti un vescovo pieno di zelo per la sua diocesi, insistette sull'osservanza delle leggi matrimoniali, sul digiuno e sull'astinenza. Spesso si ricorse a lui come giudice e fu lui a ispirare alcune leggi emanate da re Edgardo, tra cui il pagamento delle decime, l'obolo di S. Pietro e altre tasse ecclesiastiche, l'obbligo per i preti di esercitare qualche lavoro manuale. Egli stesso lavorò nella costruzione o riparazione di chiese, predicò e insegnò con assiduità, amministrò la giustizia. L'apice del suo ministero era stato l'incoronazione di Edgardo nell'abbazia di Bath nel 973, una consacrazione "imperiale", in gran parte ideata da Dunstan, che resta ancora lo schema base della cerimonia d'incoronazione dei re e delle regine inglesi.

Questa incoronazione era stata a lungo differita, forse per la condotta scandalosa di Edgardo (v. Vulfilde, 9 set.), e fu accompagnata da un incontro a Chester tra il re e tutti i signori locali della Britannia: fatto salire il sovrano su una barca ormeggiata sul fiume Dee, si posero essi stessi ai remi. Il re morì solo due anni più tardi. Un periodo di disordini politici aveva poi fatto seguito all'assassinio di S. Edoardo il Martire (18 mar.), successore di Edgardo, nel 978, all'età di sedici anni, e la salita al trono del giovanissimo Etelredo, più tardi soprannominato l'Indeciso. Nel 980 Dunstan presiedette alla traslazione delle reliquie di Edoardo a Shaftesbury (il monastero femminile fondato da re Alfredo), ma gli ultimi anni della sua vita furono rattristati dalla difficile situazione politica. Continuò a vivere a Canterbury fino alla morte avvenuta nel 988; nella sua casa vivevano alcuni monaci che trasformarono Canterbury quasi in una cattedrale monastica. I suoi biografi gli attribuirono visioni, profezie e miracoli; questi ultimi, come anche i suoi evidenti successi, contribuirono alla diffusione immediata del culto. Già nel 999 fu chiamato «il capo di tutti i santi che riposano a Christchurch». La sua festa è ricordata in molti calendari risalenti a prima del 1066.

A Canterbury, sotto Lanfranco, ci fu una breve interruzione del suo culto ma, come quello degli altri santi anglosassoni, esso si rafforzò sempre più fino a diventare nazionale. Durante l'episcopato di S. Anselmo (21 apr.) si celebrava la festa di Dunstan con l'ufficio dell'ottava e, nella cattedrale di Canterbury, gli altari di Dunstan ed Elfego (19 apr.) erano a fianco dell'altare maggiore. Canterbury giustamente rivendicava la custodia del suo corpo, un onore disputato con Glastonbury. Solo nel 1508 si procedette all'apertura della tomba di Canterbury e alla ricognizione delle reliquie.

Dunstan non ha lasciato alcuna opera scritta che gli si possa attribuire con certezza ma ha contribuito alla stesura della Vita di Abbo di S. Edmondo (20 nov.) fornendo materiale proveniente dall'alfiere reale. Orafi, gioiellieri e fabbricanti di chiavi ricorrono al suo speciale patrocinio; a Canterbury, il 21 ottobre, si commemora anche la sua ordinazione presbiterale.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Canterbury in Inghilterra, san Dunstano, vescovo, che, dapprima abate di Glastonbury, rinnovò e propagò la vita monastica e nella sede episcopale di Worcester, poi di Londra e, infine, di Canterbury si adoperò per promuovere la concordia dei monaci e delle monache prescritta dalla regola.

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