Della vita di S. Dazio sappiamo molto poco, tuttavia la sua fama doveva essere piuttosto diffusa se S. Gregorio Magno (papa dal 590 al 604, 3 set.) lo fa comparire nei suoi Dialoghi, raccontando l'episodio in cui scacciò il demonio da una casa stregata. Fu coinvolto nei contrasti politici e teologici della sua epoca e, nel tentativo infruttuoso di salvare Milano dall'invasione dei Goti, chiamò a soccorso della città il generale orientale Belisario (505-565). Milano venne saccheggiata e Dazio stesso fu probabilmente fatto prigioniero. Era amico del grande monaco e studioso Cassiodoro (ca. 485-ca. 580) e verosimilmente fu grazie a un suo intervento se Dazio fu rilasciato.
Forse in seguito all'arrivo dei goti o per sostenere papa Vigilio (537-555), si trovò a Costantinopoli durante quella serie di avvenimenti che portarono al quinto concilio ecumenico del 553, venendo coinvolto nella disputa sull'intricata questione dei "Tre Capitoli". Questi riguardavano l'opera e le figure di Ibas di Edessa, Teodoro di Mopsuestia (maestro di Nestorio) e Teodoreto di Ciro (oppositore di Cirillo di Alessandria), tre "nestoriani" (assertori della distinzione delle due nature in Cristo) del secolo precedente. Le discussioni sulla loro ortodossia in relazione ai decreti del concilio di Calcedonia (451), avevano attraversato quasi tutto il secolo, coinvolgendo anche l'imperatore Giustiniano (che governò dal 527 al 565), autore dell'omonimo e celebre Codice. Giustiniano era influenzato da Teodoro Aschida, sua "eminenza grigia", e assunse il ruolo di teologo; con l'intento di riconciliare le tendenze monofisite con l'ortodossia promulgò un editto che condannava i Tre Capitoli, obbligando tutti i vescovi a firmarlo. I vescovi orientali accettarono; Vigilio invece, sostenuto da Dazio e da altri vescovi occidentali, inizialmente rifiutò. Nel 547 Vigilo fu convocato dall'imperatore a Costantinopoli, dove tenne un comportamento oscillante e ambiguo, venendo sospettato per l'aiuto che secondo l'accusa aveva dato a Belisario nella deposizione del suo predecessore Silverio. Vigilio emise un Judicatum, in cui condannava il patriarca di Costantinopoli, Menas, sosteneva Calcedonia e abbandonava i Tre Capitoli. Questo provocò un tumulto in tutto l'Occidente, e così Vigilio (dopo aver scomunicato un gruppo di diaconi giunti a sostenerlo e dopo essere stato a sua volta scomunicato da un sinodo di vescovi africani!) ritirò il Judicatum, dicendo che avrebbe aspettato il pronunciamento di un concilio ecumenico. Pur condannando i Tre Capitoli, il concilio non riuscì a ricomporre la disputa con i monofisiti e nemmeno a evitare uno scisma di vescovi occidentali. Dazio comunque non visse abbastanza a lungo per vedere le conseguenze peggiori della controversia: morì infatti a Costantinopoli, probabilmente nel 552. Successivamente le sue reliquie vennero trasferite nella sua sede episcopale di Milano.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Milano, deposizione di san Dazio, vescovo, che nella controversia dei Tre Capitoli difese la posizione del papa Vigilio, che accompagnò poi a Costantinopoli, dove morì.
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