San Bellino di Padova visse nell'XI-XII secolo, sebbene la sua data di nascita rimanga ignota e la sua genealogia sia oggetto di studio. Recenti indagini dello storico A. Tilatti hanno scartato l'idea che appartenesse alla famiglia dei Bertaldi, identificando suo padre in un certo Audo. Bellino fu prete almeno dal 1107 e arciprete della cattedrale di Padova nel 1109. Già in questo periodo, collaborò strettamente con il vescovo Sinibaldo, schierato con il papato durante lo scisma con l'imperatore Enrico V. Seguì probabilmente Sinibaldo in esilio, ma nel 1115 era di nuovo a Padova, partecipando alla riconciliazione post-scismatica.
Tra il 1126 e il 1128 Bellino fu eletto vescovo di Padova, continuando l'opera di riforma ecclesiastica avviata da Sinibaldo. Sostenne monasteri come San Cipriano di Venezia e San Croce di Campese, rafforzando i legami con l'abbazia di Polirone. Difese i diritti delle chiese parrocchiali e promosse istituzioni canonicali come Santa Maria delle Carceri. Nel 1130 lamentò la dilapidazione dei beni episcopali a causa dei conflitti tra autorità regia ed ecclesiastica, trovando sostegno da papa Innocenzo II per recuperare proprietà usurpate.
Bellino si distinse per il riordino della diocesi padovana sia sotto il profilo patrimoniale che giurisdizionale. Recuperò chiese sottratte da nobili e monaci e promosse la disciplina ecclesiastica. Favorì la nascita della "congregazione dei sacerdoti e dei chierici di Padova", un'associazione dedicata alla cura delle anime nelle cappelle urbane. Il suo episcopato, oltre agli aspetti religiosi, contribuì al dialogo tra il vescovado e la società civile padovana, favorendo l'armonia tra le forze signorili e la città.
San Bellino morì quasi certamente il 26 novembre 1147. Secoli dopo, la sua figura storica fu reinterpretata in chiave agiografica. Il domenicano Bonagiunta, vescovo di Adria, redasse una "vita" che lo descriveva come martire per la libertas Ecclesiae. Sebbene storicamente infondata, questa narrazione fu alla base del suo culto, specialmente nella diocesi di Adria, dove fu proclamato patrono nel 1489.
La venerazione di San Bellino si diffuse tra Padova e il Polesine, legandosi al suo presunto potere taumaturgico contro la rabbia canina. La chiesa di San Martino di Variano, che cambiò il suo titolo in San Bellino, divenne meta di pellegrinaggio, come confermato dal ritrovamento di monete nell'arca contenente le sue reliquie. Il culto del santo persiste tutt'oggi, ispirato dalla sua figura di pastore e protettore della Chiesa.
MARTIROLOGIO ROMANO. Nella selva presso Fratta nel territorio di Rovigo, passione di san Bellino, vescovo di Padova e martire, che, insigne difensore della Chiesa, crudelmente aggredito dai sicari, morì per le molte ferite subite.