La Madonna del Perpetuo Soccorso è una celebre icona bizantina originaria della scuola cretese tra il XIV e XV secolo che raffigura la Vergine in maestosa solennità e il Bambino Gesù colto in uno stato di comprensibile spavento mentre vede gli strumenti della sua passione. Attorno a loro appaiono gli arcangeli Michele e Gabriele, ciascuno con simboli sacri – la lancia e la spugna a sinistra, la croce e i chiodi a destra – che ricordano il destino imminente del Figlio.
La tavola originale, custodita a Roma nella chiesa di Sant’Alfonso all’Esquilino, fu venerata nel XV secolo nella chiesa medievale di San Matteo in via Merulana, dove l’iscrizione del portale la definiva “Madre di Dio, aiuto perenne”. Durante le guerre rivoluzionarie francesi del 1798, fu messa al sicuro dai padri Agostiniani e poi donata ai Redentoristi nel 1865 per la nuova chiesa sorta proprio sul luogo primario della sua devozione.
Papa Pio IX ne riconobbe ufficialmente il valore spirituale e artistico, concedendo una solenne incoronazione papale nel 1867 e fissando la festa liturgica al 27 giugno, data che ancor oggi richiama devoti in tutto il mondo. Restaurata nel 1990 mediante tecniche avanzate, analisi ai raggi X e carbonio‑14 hanno confermato l’origine tra il 1325 e il 1480. L’icona rappresenta un perfetto equilibrio tra universo orientale e sensibilità occidentale.
In essa ogni dettaglio è intensamente simbolico. Il volto materno di Maria, sereno eppure partecipe, esprime protezione: tiene il Bambino, mentre con l’altra mano indica la sua figura, invito al soccorso. Il sandalo cadente sulla caviglia destra di Gesù rimanda allo stato di turbamento di fronte alla croce, sottolineando la partecipazione anche spirituale del Salvatore alla sua futura sofferenza. I colori, i segni greci MP ΘΥ (Madre di Dio) e IC XC (Gesù Cristo), la stella simbolo di Maria come Stella del Mare, ne amplificano il significato teologico.
La devozione alla Madonna del Perpetuo Soccorso è diffusa universalmente, animata da novene, santuari e comunità che custodiscono copie autentiche. In Italia, basti pensare al santuario di Bussolengo, cui nel 1871 arrivò la 207ª copia benedetta da Pio IX, elevata molto presto a santuario diocesano. Altre importanti sedi di culto sorgono in America, Asia e Africa, testimoniando la forte eco spirituale di quest’immagine.
Oggi il quadro rimane uno specchio di consolazione e speranza: un invito a rivolgersi a Maria con fiducia, a cercare il suo soccorso perenne in ogni momento di crisi. Non è solo la bellezza di un’opera sacra, ma la presenza viva di una madre che accompagna chi la invoca, in un dialogo senza tempo di cuore e fede.